E’ morto a Firenze Pier Luigi Vigna, magistrato fiorentino ed ex procuratore nazionale antimafia. Aveva 79 anni. Vigna, malato da tempo, era ricoverato da due settimane al Centro Oncologico Fiorentino Villa Ragionieri. Nella sua carriera Vigna si è spesso schierato ”’controcorrente”: assolutamente contrario all’impegno dei magistrati in politica ”anche da pensionato”, si è detto sempre a favore della separazione delle carriere tra giudici e pm, si è battuto per l’istituzione dei tribunale distrettuali antimafia ed a favore del raggruppamento delle strutture investigative antimafia in un unico organismo. Dal 1997 al 2005 è stato nominato procuratore nazionale antimafia.
Tantissimi le manifestazioni di affetto arrivate dalle istituzioni alla notizia della morte di Vigna. Nei messaggi il ricordo di un grande magistrato e di un grande uomo. ”Ho cominciato a stimare Pierluigi Vigna (nella foto) quando fece un passo indietro dopo avere appreso che Giovanni Falcone aveva presentato domanda per la Procura nazionale antimafia appena istituita”. Così il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ricorda il magistrato di cui è stato per anni collaboratore e amico. “La sua figura incarnava il rigore morale, la difesa della legalità e il senso delle istituzioni, sempre accompagnate da grande umanità”. Lo ha dichiarato il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Mentre Leoluca Orlando sindaco di Palermo ha dichiarato:”Apprendo con grande dolore della morte di Pierluigi Vigna, persona di cui ho apprezzato oltre che la professionalità anche la grande sensibilità personale, elementi che ha unito nelle tante importanti indagini che ha curato su fatti tra i più oscuri della storia del nostro paese”. Ma sulle Madonie si va controcorrente. L’assessore alla cultura del comune di Caltavuturo Massimiliano Cerra lo ricorda con note di demerito. “Tutti ricordano, elogiandolo, Pier Luigi Vigna – esordisce Cerra. Noi della Provincia di Palermo lo ricordiamo senza elogio, anzi con note di demerito. Protagonista discusso dell’affare “privatizzazione acqua”. Totò Cuffaro lo nominò, nel 2005, Presidente di una Commissione che assegnò ad un raggruppamento di multinazionali la gara (fasulla) per la gestione privata del servizio idrico nella Provincia di Palermo. Commissario Ad Acta dell’Ato Idrico Palermo era Rosario Mazzola; per intenderci, quello che si intascava migliaia di euro al giorno. Mazzola era, nello stesso tempo, Commissario Ad Acta e componente del Consiglio di Amministrazione di “Genova Acque” (quest’ultima facente parte del raggruppamento che vinse la gara presieduta da Vigna). Antitrust e Autorità di controllo sui lavori pubblici tuonarono contro queste nefandezze”. “Poi la storia ha insegnato, con il referendum – conclude Cerra – che il popolo italiano è sovrano e che a decidere se un bene prezioso come l’acqua deve rimanere un bene pubblico non sono i furbetti amici degli amici. Sarebbe bene che i politici siciliani, anche quelli candidati alle prossime regionali, lo ricordino per queste vicende. Pace all’anima sua!”.