La Regione riduce il contributo ai Comuni. Prote stano i Sindaci

0
388

L’Assessorato Regionale alla famiglia e alle politiche sociali ha pubblicato i decreti che prevedono la riduzione dei trasferimenti ai comuni, con popolazione superiore ai 5 mila abitanti e a quelli non montani, nella misura del 47 per cento per il 2012. E monta la protesta. Sette sindaci: Giuseppe Ferrarello (Gangi), Salvatore Burrafato (Termini Imerese) Franco Vasta (Campofelice di Roccella) Antonio Tumminello (Castelbuono), Rosario Lapunzina (Cefalù), Francesco Todaro(Alia) e Andrea Mendola (Cerda) sono pronti a consegnare fascia e rivolgersi a Corte dei Conti.

Con decreto n. 255 del 22 ottobre 2012, l’Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica –Dipartimento delle Autonomie Locali ha approvato il riparto delle risorse di parte corrente e in conto capitale in favore dei comuni siciliani, l’ammontare del Fondo delle Autonomie di parte corrente ripartito ai comuni con più di 5 mila abitanti e comuni non montani, rispetto allo stanziamento iniziale previsto nella legge di stabilità regionale 2012 (che aveva già subito una riduzione del 15% rispetto all’ammontare 2011), ha visto un’ulteriore e pesantissima decurtazione facendo si che i trasferimenti nel 2012 si sono ridotti del 47% rispetto all’assegnazione del 2011. Tagli avvenuti a esercizio finanziario già concluso, difatti il decreto è datato 22 ottobre 2012, e che immancabilmente causeranno il dissesto finanziario degli enti locali. Tutti i comuni hanno già attuato in sede di bilancio una politica di incremento delle aliquote dei tributi locali, molti dei quali sono stati deliberati al loro valore massimo, e dal lato degli impegni di spesa, gli stessi sono ormai stati assunti per intero, per attivare quei pochi servizi che sono rimasti. A questo si aggiunge che nulla è stato detto sul trasferimento regionale compensativo per la soppressione dell’addizionale sull’energia elettrica, per effetto del quale la Regione Sicilia aveva avuto minori tagli dal governo nazionale, proprio perché avrebbe dovuto trasferire ai comuni le risorse a fronte della perdita di gettito. Nel decreto è previsto l’aumento delle risorse destinate agli investimenti, sicuramente importantissimo, non eviterà il dissesto finanziario, stante che le risorse non possono essere utilizzate per assicurare l’equilibrio di parte corrente e il rispetto del patto di stabilità interno, il cui sforamento produce l’applicazione di pesanti sanzioni tra le quali il taglio dei trasferimenti erariali nell’ammontare pari allo sforamento. “Siamo pronti alle barricate – hanno dichiarato in una nota i sindaci – questo è un grave atto di rapina nei confronti dei Comuni e delle popolazioni”. Il Governo Lombardo continua a mettere in ginocchio gli enti locali facendo venire meno risorse importanti per le attività e servizi ai cittadini, siamo pronti a consegnare fascia e chiavi al Prefetto ma anche a rivolgerci alla magistratura contabile per un atto irresponsabile e ingeneroso che dimostra l’incompetenza della classe dirigente, è un provvedimento che determinerà la paralisi delle amministrazioni, saremo costretti a dichiarare il default, un provvedimento che arriva quando dieci dodicesimi sono stati impegnati, non escludiamo clamorose proteste come la serrata degli uffici. L’Anci – conclude la nota – deve riappropriarsi del proprio ruolo riteniamo necessario che intervenga il prima possibile a difesa dei comuni. Una grossa responsabilità il ritardo nella convocazione della conferenza di servizio per ripartire fondi arrivata fuori tempo massimo a causa delle inefficienze del dipartimento autonomie locali e il ruolo poco propulsivo dell’Anci”.