Batosta per gli albergatori di Cefalù. Il Tar della Sicilia ha respinto la loro richiesta di sospendere il pagamento dell’Imu secondo le aliquote decise dal consiglio comunale. A nulla sono valse le proteste degli albergatori che prima hanno deciso una serrata, poi hanno annunciato il licenziamento di 70 dipendenti.
“I motivi di censura dedotti – scrive il Tar – non appaiono, allo stato, supportati da sufficiente fumus boni iuris, tale da indurre ad una ragionevole previsione sull’esito favorevole del ricorso”. Gli albergatori sono stati anche condannati al pagamento delle spese del giudizio cautelare. Soddisfatto della decisione dei giudici amministrativi il sindaco Rosario Lapunzina: “La decisione con cui il Tar di Palermo sospende la procedura di dissesto del Comune di Cefalù conferma in pieno le nostre ragioni. Potrei dirmi soddisfatto a fronte delle tante critiche ingiuste che sono state espresse da persone che avrebbero fatto meglio a tacere in ragione delle loro ineludibili responsabilità nella grave situazione finanziaria in cui versa il Comune”.
Dalla parte degli albergatori invece emerge una grande delusione. Per Giuseppe Neri di Confindustria Alberghi e Turismo. “Dunque per il Tar è legittimo che famiglie e imprese quest’anno abbiano pagato il 300% in più rispetto all’anno precedente, per un’imposta ormai giudicata iniqua anche dall’Ue. Questo incremento del gettito, come ben sappiamo, non è servito al riequilibrio del bilancio comunale ma solo a far pagare il conto dell’inefficienza, dei privilegi e degli sprechi pubblici ai cittadini, alle famiglie e alle imprese, che in una città come la nostra ha visto sottratti oltre 5 milioni al proprio già precario tessuto economico”.