CELEBRATO IL 120° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE
Il 20 gennaio di 120 anni fa, a Caltavuturo si scrisse una delle pagine più tristi della storia italiana: era il 1893, la Sicilia era agitata dai moti dei Fasci Siciliani, movimento d’ispirazione socialista che diede avvio ad un profondo contrasto al latifondo agrario reclamando la rinegoziazione dei contratti agrari, migliori condizioni di vita per contadini e operai e l’acquisizione di quei diritti civili che oggi possono apparire scontati, ma all’epoca erano appannaggio di pochi facoltosi.
Quel periodo fu caratterizzato da numerose occupazioni di terreni appartenenti ai latifondisti e/o gestiti dai gabellotti, ancora da insurrezioni e profonde agitazioni popolari. Caltavuturo non ne fu immune. Il 20 gennaio di quell’anno 11 contadini di ritorno da un’occupazione simbolica del demanio comunale furono uccisi sotto il fuoco dell’esercito regio incitato dai campieri mafiosi. Quello fu uno dei primi tragici episodi che segnarono lo scioglimento dei Fasci, facendo annegare nel sangue uno dei maggiori movimenti rivoluzionari in Europa per partecipazione popolare e forza rivendicativa. Il responsabile politico di quella e di altre stragi nell’isola fu Francesco Crispi, il responsabile militare invece, il generale Morra di Lavriano. I due cedettero alle pressioni dei latifondisti agrari, autorizzando una violenta condotta repressiva che sfociò nell’uccisione di più di cento persone e nell’arresto di migliaia tra donne e uomini, molti dei quali costretti anche al confino nelle isole minori.
Proprio per ricordare il centoventesimo anniversario di quella strage e le battaglie dei Fasci dei Lavoratori Siciliani, anche quest’anno il Comune di Caltavuro unitamente all’Arci 20 Gennaio ha voluto organizzare due giorni di incontri.
Il 19 gennaio ospite d’onore è stato Don Ciotti che per un ora e mezza ha incantato, come solo lui sa fare, la platea. Il giorno dopo invece presso il caffè letterario Alter Ego è stata organizzata una conferenza a cui hanno partecipato il pres. dell’Arci locale Antonino Musca, Dino Paternostro resp. regionale del dipartimento della legalità della Cgil, Vincenzo Liarda, sindacalista della Cgil, Ottavio Terranova Coordinatore regionale Anpi, ancora Cristina Muscarella, l’assessore Massimiliano Cerra e il vice sindaco Giannopolo.
Le battaglie condotte all’epoca dai contadini sono stati lo spunto per discutere delle nuove lotte da portare avanti, dei nuovi temi con cui la politica deve confrontarsi, dalla crisi dell’occupazione passando per le vicende dell’art. 18, fino alla questione del feudo Verbumcaudo, confiscato alla mafia e affidato dopo controversi passaggi giudiziari ad alcune cooperative del corleonese.
Questo il commento dei ragazzi dell’Arci in relazione alle due giornate che hanno collaborato ad organizzare: “sono stati due giorni, fantastici per tutta Caltavuturo. Giorni impegnati, carichi di emozioni, di bei ricordi e di tanta memoria. Le belle parole del nostro caro Don Ciotti segneranno per sempre le nostre coscienze, la sua grinta, la sua passione e il suo entusiasmo hanno lasciato segni indelebili nel nostro percorso di impegno. Forza e determinazione caratterizzeranno ancora la nostra azione politica e sociale. La nostra forza è il gruppo, perchè come dice Don Ciotti è il NOI che vince sull’individualismo. Faremo tesoro dei suoi insegnamenti e dei suoi messaggi”.
Francesco Fustaneo