A Cefalù, domenica 10 marzo, alle 10 partirà un corteo dalla sede dell’Istituto “Artigianelli” di via Roma per concludersi in piazza Duomo, in contemporanea a quello che sfilerà per le vie di Palermo. Sarà un corteo di protesta, una “Marcia per la formazione giusta”, contro i tagli indiscriminati del governo regionale a difesa del diritto alla formazione giusta dei giovani in obbligo formativo. Ad organizzarlo ci ha pensato il Confap Sicilia, il raggruppamento degli enti di formazione professionale di ispirazione cattolica (vi stanno dentro Cnos-Fap, Congregazione Padri Salesiani; Ciofs-Fp, Congregazione Figlie di Maria Ausiliatrice; Endo-Fap, Congregazione dei Padri Orionini; Engim Sicilia, Congregazione dei Padri Giuseppini del Murialdo; Cfp San Giovanni Apostolo) che in oltre 200 corsi contano circa 3000 allievi, di cui oltre il 20% formato da ragazzi “recuperati” perché già nella sacca della dispersione scolastica, fuggiti via dalla scuola dell’obbligo prima di conseguire il titolo di studio.
La denuncia riguarda – precisa il documento firmato da padre Antonio Teodoro Lucente, presidente dell’Engim e del Confap – «la mancanza di regole certe (ad esempio il puntuale avvio dei corsi o l’incertezza di finanziamento degli esami di fine corso), la mancata regolarità dei flussi di pagamento (gli operatori non percepiscono regolarmente gli stipendi già da mesi e ai corsisti non viene rimborsato neppure il costo degli abbonamenti anche per anni)». Il Confap ha investito della problematica la Regione ma «ad oggi – continua padre Lucente – da parte del Governo Regionale solo… SILENZIO!!!».
Per il Confap la formazione professionale è «una opportunità unica anche per lo sviluppo del nostro territorio». E snocciolano dati precisi: «Il tasso di occupazione complessivo dei giovani che portano a termine gli studi presso i nostri centri è pari al 50% – dichiarano dal Confap –, circa 8 volte superiore alla media siciliana che, stando ai dati forniti dalla stessa Regione, è pari al 7%».
Si sa che il settore è stato da anni terreno privilegiato di sprechi e strumento di clientelismo politico, ma è anche vero che una buona formazione, di qualità, con standard elevati e di selezione rigorosa potrebbe seriamente divenire occasione di reale sviluppo. Di più. I rappresentanti degli enti di formazione cattolici paventano altro: «In questo modo Crocetta fa un regalo alla mafia». Precisa ancora padre Lucente che «nella drammatica disinformazione generalista e approssimativa, nei dati e nelle analisi, il presidente Crocetta fa un regalo alle mafie non permettendo ai giovani cittadini siciliani di trovare un futuro nel lavoro. Basterebbe guardare cosa succede in regioni dove la formazione professionale iniziale è stata sradicata come Campania, Calabria e Sardegna. Ad oggi, abbiamo sempre operato rispettando le regole e rimettendoci i nostri capitali pur di sopperire ai ritardi della Regione e garantire l’attività scolastica ai nostri giovani».
E a rincarare la dose c’è anche padre Luigi Sansone, delegato regionale del Cnos-Fap: «Siamo preoccupati e indignati. Se il presidente Crocetta è a conoscenza di enti che hanno rubato ai poveri, faccia i nomi ed intervenga. Certamente non lo abbiamo fatto noi. Così operando, si creerà soltanto altra dispersione scolastica e si distruggerà il lavoro fatto in questi anni che ha visto migliaia di giovani trovare lavoro e dare un giusto orientamento alle loro vite». Gli enti del Confap, insomma, rivendicano il lavoro di supplenza delle istituzioni per intere famiglie in condizioni disagiate non più in grado di sopportare i costi della scuola dell’obbligo. «I nostri corsi – ricorda Paolo Zimmardi, direttore generale di Endofap Don Orione – abbracciano un bacino di utenza altissimo composto da giovani provenienti da situazioni economiche e sociali disagiate, le cui famiglie non sono in grado di sostenere i costi che la frequenza della scuola statale richiede. Pertanto, è in questo tipo di strutture e di offerta formativa che trovano l’ultima possibilità di realizzarsi nel mondo del lavoro evitando la dispersione scolastica che spesso può portare questi giovani ad intraprendere strade pericolose».
Intanto, tra l’onda dei tagli annunciata dal governatore Crocetta (i ragazzi dal prossimo anno scolastico non potrebbero più seguire i corsi presso i centri di formazione ma solo presso le sedi scolastiche) e le proteste degli operatori della formazione che addebitano la causa dei ritardi e della paralisi anche alle recenti rotazioni di personale (come sembra avere ammesso pure lo stesso assessore alla Funzione pubblica Patrizia Valenti), Nelli Scilabra, assessore regionale alla Formazione, ha firmato il decreto che istituisce il Tavolo tecnico istituzionale permanente per la riforma del sistema della formazione professionale. Inizierà i lavori il 15 marzo. E adesso tutti aspettano di vedere cosa succederà realmente.