Elio Teresi, originario di Trabia, è una delle personalità del nostro comprensorio più addentro alla battaglia che si sta svolgendo dentro, ma soprattutto fuori le aule parlamentari in Sicilia contro il Muos. Il M.U.O.S. (Mobile User Objective System) è un moderno sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense, composto da cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra, di cui una a Niscemi, dotate di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne alte 149 metri.
La finalità della sua installazione è quella di coordinare in modo capillare tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in particolare i droni, aerei senza pilota che saranno allocati anche a Sigonella. La popolazione di Niscemi si è da tempo apertamente schierata contro il Muos che sta per essere realizzato a una manciata di km dal centro abitato e a poche centinaia di metri da diverse abitazioni periferiche. La tesi sostenuta con vigore da coloro che osteggiano il Muos, è che sia nocivo alla salute perché il sistema di antenne- parabole di cui è composto, produrrebbe un’emissione anomala di onde elettromagnetiche la cui esposizione nel lungo periodo potrebbe avere un impatto estremamente negativo sulla salute umana e determinare l’insorgenza di malattie gravi, quali tumori e leucemie. Un altro punto contestato è che le onde prodotte possano minare la sicurezza dei voli di linea civili, creando delle interferenze, o addirittura aumentare il rischio di detonazione di armi trasportate da aerei militari in volo. Uno tra i primi a criticare il Muos è stato Antonio Mazzeo, giornalista ed attivista antimilitarista, che dal 2005 ha raccolto in un dossier le informazioni sull’opera Usa. Ora il dossier è diventato un libro dal titolo Un eco Muostro a Niscemi. Nel volume si ripercorrono le tappe che condurranno all’attivazione del Muos all’interno della riserva naturale Sugherata, zona indicata dalla regione Sicilia nel 2009 pur trattandosi di un sito d’importanza comunitaria (Sic) e si evidenzia anche la pericolosità delle onde, concetto ribadito in più di un intervista da Mazzeo, il quale cita anche studi condotti dell’americana Analytical graphics, Inc. Sempre Mazzeo mette in evidenza come per la realizzazione del Muos gli Usa abbiano già pagato oltre sei miliardi di dollari alla multinazionale Lockheed Martin, ma nella cittadina in provincia di Caltanissetta ci sarà solo una potenziale fonte di pericolo per la salute e nessun vantaggio economico. Ciliegina sulla torta i dieci milioni di euro di opere pubbliche da realizzare con i soldi degli Usa, sono andati a una ditta a cui è stato revocato il certificato antimafia, la Calcestruzzi Piazza Srl. In questa cornice è dal 2009 che operano i comitati NO M.U.O.S., nati nella Sicilia Orientale e poi gradualmente sorti spontaneamente un pò in tutta l’isola e attivi su diversi fronti. Si propongono tra i propri obiettivi la salvaguardia dell’ecosistema della Sughereta di Niscemi, la salvaguardia per la salute dei siciliani e in particolar modo di coloro che vivono in prossimità degli impianti, il monitoraggio indipendente delle radiazioni, la realizzazione di campagne di informazione ai cittadini e di raccolta firme per petizioni ai vari livelli istituzionali, il dialogo con le istituzioni sensibili al problema. Elio Teresi è uno dei fondatori del comitato NO M.U.O.S. di Palermo, che al fianco del comitato mamme NO M.U.O.S. di Niscemi ha ingaggiato una vera e propria resistenza pacifica,a quella che considerano un’ingerenza americana in terra siciliana. “La ribellione del movimento NO MUOS, dichiara Teresi, rappresenta uno degli esempi più belli di resistenza dal basso costruito negli ultimi anni in Sicilia. Tale esperienza racchiude in sè i valori genuini e sinceri della difesa del territorio dell’antimafia sociale, della giustizia sociale e dell’antimilitarismo. Una esperienza nata dal basso, costruita attraverso un presidio che ha saldato insieme giovani attivisti e mamme NO MUOS contro un comune avversario, il MUOS ed i suoi difensori. Non è facile raccontare cosa accade a Niscemi lontano SUD dell’Europa, bisogna essere lì e vivere quell’atmosfera. La manifestazione del 30 marzo a Niscemi, per la quale è prevista la partecipazione di miglia di persone provenienti da tutta Italia è un altro tassello, nella consapevolezza che la lotta è ancora lunga, e non possiamo tirarci indietro. Per l’ occasione colgo lo spunto per invitare i cittadini di Trabia, Termini e del comprensorio delle Madonie ad aderire numerosi all’evento”.
La finalità della sua installazione è quella di coordinare in modo capillare tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in particolare i droni, aerei senza pilota che saranno allocati anche a Sigonella. La popolazione di Niscemi si è da tempo apertamente schierata contro il Muos che sta per essere realizzato a una manciata di km dal centro abitato e a poche centinaia di metri da diverse abitazioni periferiche. La tesi sostenuta con vigore da coloro che osteggiano il Muos, è che sia nocivo alla salute perché il sistema di antenne- parabole di cui è composto, produrrebbe un’emissione anomala di onde elettromagnetiche la cui esposizione nel lungo periodo potrebbe avere un impatto estremamente negativo sulla salute umana e determinare l’insorgenza di malattie gravi, quali tumori e leucemie. Un altro punto contestato è che le onde prodotte possano minare la sicurezza dei voli di linea civili, creando delle interferenze, o addirittura aumentare il rischio di detonazione di armi trasportate da aerei militari in volo. Uno tra i primi a criticare il Muos è stato Antonio Mazzeo, giornalista ed attivista antimilitarista, che dal 2005 ha raccolto in un dossier le informazioni sull’opera Usa. Ora il dossier è diventato un libro dal titolo Un eco Muostro a Niscemi. Nel volume si ripercorrono le tappe che condurranno all’attivazione del Muos all’interno della riserva naturale Sugherata, zona indicata dalla regione Sicilia nel 2009 pur trattandosi di un sito d’importanza comunitaria (Sic) e si evidenzia anche la pericolosità delle onde, concetto ribadito in più di un intervista da Mazzeo, il quale cita anche studi condotti dell’americana Analytical graphics, Inc. Sempre Mazzeo mette in evidenza come per la realizzazione del Muos gli Usa abbiano già pagato oltre sei miliardi di dollari alla multinazionale Lockheed Martin, ma nella cittadina in provincia di Caltanissetta ci sarà solo una potenziale fonte di pericolo per la salute e nessun vantaggio economico. Ciliegina sulla torta i dieci milioni di euro di opere pubbliche da realizzare con i soldi degli Usa, sono andati a una ditta a cui è stato revocato il certificato antimafia, la Calcestruzzi Piazza Srl. In questa cornice è dal 2009 che operano i comitati NO M.U.O.S., nati nella Sicilia Orientale e poi gradualmente sorti spontaneamente un pò in tutta l’isola e attivi su diversi fronti. Si propongono tra i propri obiettivi la salvaguardia dell’ecosistema della Sughereta di Niscemi, la salvaguardia per la salute dei siciliani e in particolar modo di coloro che vivono in prossimità degli impianti, il monitoraggio indipendente delle radiazioni, la realizzazione di campagne di informazione ai cittadini e di raccolta firme per petizioni ai vari livelli istituzionali, il dialogo con le istituzioni sensibili al problema. Elio Teresi è uno dei fondatori del comitato NO M.U.O.S. di Palermo, che al fianco del comitato mamme NO M.U.O.S. di Niscemi ha ingaggiato una vera e propria resistenza pacifica,a quella che considerano un’ingerenza americana in terra siciliana. “La ribellione del movimento NO MUOS, dichiara Teresi, rappresenta uno degli esempi più belli di resistenza dal basso costruito negli ultimi anni in Sicilia. Tale esperienza racchiude in sè i valori genuini e sinceri della difesa del territorio dell’antimafia sociale, della giustizia sociale e dell’antimilitarismo. Una esperienza nata dal basso, costruita attraverso un presidio che ha saldato insieme giovani attivisti e mamme NO MUOS contro un comune avversario, il MUOS ed i suoi difensori. Non è facile raccontare cosa accade a Niscemi lontano SUD dell’Europa, bisogna essere lì e vivere quell’atmosfera. La manifestazione del 30 marzo a Niscemi, per la quale è prevista la partecipazione di miglia di persone provenienti da tutta Italia è un altro tassello, nella consapevolezza che la lotta è ancora lunga, e non possiamo tirarci indietro. Per l’ occasione colgo lo spunto per invitare i cittadini di Trabia, Termini e del comprensorio delle Madonie ad aderire numerosi all’evento”.