Con la legge regionale 27 marzo 2013, n. 7, la Regione Siciliana ha, per prima in Italia, abolito un istituto ormai
anacronistico: la Provincia. Nasceranno dei soggetti sovracomunali. Il nuovo ente dovrebbe avere una struttura
snella, efficiente ed efficace, capace di radunare gli uomini migliori di questo territorio e non una nuova palude dove
vale di più l’appartenenza che la competenza. Una grande scommessa sul futuro del comprensorio
di Ciro Cardinale
Con la legge regionale 27 marzo 2013, n. 7, la Regione Siciliana ha per prima in Italia abolito un istituto ormai anacronistico, inutile carrozzone mangiasoldi, la Provincia, grazie al suo statuto autonomistico che affida proprio all’Assemblea Regionale la più ampia libertà di disporre e regolare liberamente gli enti locali, tra i quali appunto le Province. E l’Ars, nella seduta del 20 marzo scorso, ha compiuto davvero una “rivoluzione copernicana” in materia, attesa da ormai troppo tempo.
L’Assemblea ha approvato il disegno di legge di iniziativa governativa per l’istituzione di Consorzi di comuni, che dovranno prendere il posto delle Provincie, istituzioni di antico sapore sabaudo, che finiranno in soffitta, tra i polverosi ricordi del tempo che fu.
La Provincia si avvia verso la scomparsa. Nascono i Consorzi di comuni con l’obiettivo di unire realtà territoriali omogenee. E’ un processo appena iniziato che vivrà varie fasi e diverse difficoltà. Una realtà tutta da immaginare e costruire.
L’ARTICOLO INTEGRALE SU ESPERO IN EDICOLA