I prolungati silenzi sulle gravi problematiche che potrebbero sorgere da una non ottimale progettazione esecutiva e forse poco adeguata organizzazione dei cantieri di realizzazione dei lavori del 2° lotto del raddoppio ferroviario Cefalù Ogliastrillo – Castelbuono (Km 12,300, € 530 mln), hanno indotto il “Comitato cittadino Cefalù – Quale ferrovia” a rivolgersi anche al Prefetto di Palermo e all’Anas. Risale infatti allo scorso 12 dicembre la prima delle note inviate al sindaco di Cefalù, a Rete Ferroviaria Italiana, a Italferr (che ha progettato il segmento infrastrutturale) e alla Toto Costruzioni che si è aggiudicata l’appalto per la esecuzione dei lavori.
A questa sono seguite anche ulteriori segnalazioni al Presidente e agli Assessori regionali alle Infrastrutture e al Territorio Ambiente, alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, al Direttore regionale della Protezione Civile e al Consiglio comunale. Un “campanello d’allarme” suonato allo scopo di contenere – nel corso della esecuzione dei lavori – l’inquinamento atmosferico e acustico, evitare l’eccessivo e insostenibile appesantimento del caotico traffico automobilistico nella stagione turistica che paralizza con frequenti imbottigliamenti la SS 113 Palermo-Messina lungo i 4 Km circa compresi tra lo svincolo autostradale e il bivio per Gibilmanna. Un tratto stradale in parte urbano con svariate diramazioni su arterie provinciali, comunali e private che si intrecciano anche con il tracciato ferroviario, dove si contano ben 5 passaggi a livello. Nella recente segnalazione del Comitato cittadino al Prefetto di Palermo e all’Anas , si precisa – tra l’altro – che tale iniziativa ha anche lo “scopo di scongiurare il possibile riproporsi – magari in maniera più ampia e più grave – delle note vicissitudini che travagliano la “Cefalù 20”. Impresa questa impegnata nella realizzazione del lotto n. 1 (Fiumetorto – Cefalù Ogliastrillo) della tratta ferroviaria Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono, i cui lavori, da circa 2 anni, sono sostanzialmente fermi con opere incompiute, operai in cassa integrazione e poi licenziati, realizzazioni di forte impatto ambientale forse in parte da demolire, con ritardi nella definizione delle opere, disagi e presumibili sprechi di denaro pubblico”. Anche il sindaco di Cefalù, dr. Rosario Lapunzina, ha recentemente condiviso tali “criticità” nella progettazione definitiva, chiedendo un incontro urgente con Rfi, Italferr, ed “FS Sistemi urbani”.