Anche quest’anno si è ripetuto l’appuntamento del 15 agosto che, ormai da una decina di anni, porta sui circa due chilometri di lungomare di Campofelice giovani e non da tutto il circondario riversandosi sul litorale aspettando la notte di “ferragosto”.
Il risultato, come ogni anno, è una scia di polemiche sui controlli, sulla libertà di accesso al lungomare e sulle condizioni in cui il mattino del 15 agosto si risveglia la spiaggia del paese alle porte delle Madonie.
La notte di ferragosto è da sempre sentita come tradizione ma, negli ultimi tempi, di anno in anno ha assunto una dimensione sempre maggiore fino ad arrivare al 14 agosto di quest’anno quando in più di 30.000 persone hanno popolato il litorale tra tende, musica, falò, alcool e barbecue.
È stata sprecata un’altra opportunità di far rispettare la legalità, lasciando liberi tutti coloro che sono giunti sulla spiaggia campofelicese di apporre la propria tenda, accendere falò, arrostire carne sui barbecue. In molti si sono convinti, ormai da qualche anno, di poter venire a Campofelice perchè tutto era concesso. A nulla è servito apporre cartelli che ricordano come il ddg 476 del 2007 vieti “l’accensione di qualsiasi fuoco sulla spiaggia” e ancora non sia consentito “campeggiare o pernottare sulla spiaggia”. Naturalmente è difficile far fronte a una massa così grande di persone e intervenire quando le tende sono già spuntate sul litorale. L’unico modo per evitare quello che si ripete ormai ogni 15 agosto è prevenire, controllare, evitare che le tende e tutto ciò che ne deriva compaiano.
Le tende erano già apparse giorno 13 e sono rimaste li fino al 15.
Lo spettacolo già la mattina del giorno di ferragosto è desolante: sacchi di immondizia costeggiano tutto il marciapiede, bottiglie di vetro, anche rotte, a decorare i muretti. La spiaggia è piena di rifiuti e lo resterà per due giorni. Oggi pomeriggio, giorno 16 agosto, la spiaggia risulta finalmente ripulita, sono stati riempiti più di tre cassoni scarrabili di immondizia dagli operai del comune, cassoni che da due giorni aspettavano di essere riempiti a conclusione del rito ferragostano.
A tutto ciò si è unito il problema dello scarico a mare delle acque reflue e di altri scarichi che, durante la notte e il mattino successivo, sono apparsi sulla spiaggia o si sono riversati in strada.
Ma quanto pesa tutto questo sulle casse comunali? Saranno sufficienti gli introiti della sosta a pagamento istituita appositamente con l’ordinanza 34 del 13 agosto 2013 per la sola notte tra il 14 e il 15 al costo di 10 € dalle 20 alle 8 del mattino successivo?
La discussione sui social network come sempre è pressante. Qualcuno tenta di giustificare l’avvento in massa di tutte queste persone con l’opportunità per tutte le attività sul litorale di lavorare e di cercare di riprendersi, vista la crisi economica, ma è necessaria una situazione simile per dare un po’ di respiro all’economia locale? Nonostante la compartecipazione del comando della Polizia Municipale, della Protezione Civile e della Croce Rossa i danni al territorio restano, così come il danno d’immagine di un’intera comunità. Forse ci vorrebbe una maggiore sinergia tra tutti i gruppi sopra citati, le amministrazioni comunali e regionali e la Capitaneria di Porto.
Si potrebbe per esempio istituire il senso unico di circolazione per tutta la giornata e controllare le automobili all’accesso evitando così che legna, barbecue, tende e tutto ciò che è vietato possa entrare nell’area del lungomare.
Non è possibile inibire l’accesso al mare di famiglie con bambini, adulti e giovani durante le giornate del 14, 15 e 16 agosto ogni anno. Il mare è di tutti.
Non abbiamo risposte predefinite, ma forse occorre fare uno sforzo maggiore perchè tutto ciò non si ripeta.