I Carabinieri della Compagnia di Petralia Sottana a seguito di una mirata attività info-investigativa hanno tratto in arresto i fratelli petralesi G Allegra, 50 anni, pensionato e incensurato, e Fabrizio Allegra, 47 anni ed il figlio di quest’ultimo Dylan di 18 anni, per aver coltivato illegalmente 50 piante di “cannabis indica”.
L’operazione, denominata “montagna verde”, è scaturita dal sospetto di un Maresciallo dei Carabinieri della locale stazione che in paese negli ultimi mesi aveva notato la presenza di Fabrizio Allegra residente a Belmonte Mezzagno, gravato da diversi precedenti penali, che, insolitamente, da anni non tornava nel suo paese natio.
Predisposti servizi di osservazione e pedinamenti eseguiti dai Carabinieri, rilevavano che quest’ultimo, a giorni alterni tornava nel centro madonita e con il figlio ed il fratello si recavano in un terreno di loro proprietà, sito in contrada “Gisa” di Petralia Sottana.
Si accertava così che i tre oltre ad avere un ricco orto di pomodori e fagioli, avevano allestito, occultati tra i vigneti e gli alberi da frutta, una piantagione di “cannabis indica” composta da 45 piante di varia grandezza, alcune alte perfino 2 metri, ed inoltre, all’interno di un capanno, vi erano altre 5 piante messe ad essiccare al fine di prepararla presumibilmente per il successivo spaccio al dettaglio.
A conferma di quanto sopra, a seguito delle perquisizioni domiciliari, il giovane Dylan Allegra, veniva trovato in possesso di 20 grammi di fluorescenze di cannabis indica, pronte per lo spaccio, che la sera precedente aveva raccolto dalla stessa piantagione.
G e Dylan, sono stati tratti in arresto e dopo le formalità di rito su disposizione della competente Autorità Giudiziaria che ha coordinato le indagini, sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre Fabrizio Allegra che è stato bloccato dai Carabinieri di Belmonte Mezzagno è stato associato presso la casa circondariale “Cavallacci” di Termini Imerese, tutti e tre in attesa dell’udienza di convalida.
Le 50 piante di cannabis sono state estirpate dal terreno e sottoposte a sequestro in attesa delle analisi di laboratorio al fine di accertare l’esatto principio attivo. Le stesse, immesse nel circuito clandestino, avrebbero prodotto 15 kg di sostanza stupefacente per un valore di circa 50.000 euro: per il comprensorio madonita, si tratta di un vero e proprio record.