Prima erano delle sporadiche anomalie, ma da circa tre anni i casi segnalati di guasti ai mezzi in transito o i casi di incendio, dentro o all’ingresso della stessa, si sono moltiplicati, peraltro sempre più gravi. Una sequenza di episodi saliti agli onori della cronaca che confermano i tanti dubbi già formulati in passato. Cosa c’è in quel tunnel autostradale da determinare incidenti di questo tipo?
di Antonino Cicero
Tremonzelli continua ad essere la galleria dei misteri. Già ne scrivemmo su queste stesse pagine nel 2010 e da allora i casi segnalati di guasti ai mezzi lì dentro in transito o i casi di incendio, dentro o all’ingresso della stessa, si sono
moltiplicati. Prima di allora si erano verificate delle anomalie ma in maniera del tutto sporadica, tanto da rimanere quasi sepolte agli occhi della cronaca, note ai malcapitati protagonisti e agli abitanti dei paesi a ridosso di Tremonzelli.
Ma da allora ad oggi è come se qualcosa fosse cambiato; come se il tappo di un vaso malconcio e pieno di punti interrogativi fosse stato sollevato. Una sequenza di casi assurti agli onori della cronaca che confermano i dubbi, gli stessi, già formulati in passato. Cosa c’è in quella galleria da determinare incidenti di questo tipo?
In ordine di tempo, a quelli già raccontati e che ricorderemo ora in breve, se ne sono sommati degli altri. Su quel pezzo di A19, Palermo-Catania, infatti, diversi sono stati i casi registrati di spegnimento improvviso delle luci all’ingresso o a metà percorso e, ancora, dell’altrettanto improvviso spegnimento dell’auto in corsa. Buio totale. Pesto, fitto ed il mezzo ancora a sfrecciare per inerzia. Panico per i passeggeri, panico per la perdita del controllo. Panico per l’urto col guardrail o col muretto laterale. Nell’agosto del 2010 ancora la stessa dinamica. Adolfo Fantaccini, giornalista Ansa, era lì, a Tremonzelli, sulla sua Golf, insieme ad un’amica, Alida Federico. Lo ricordiamo: «Giunti quasi a metà galleria, ad un tratto si sono spente le luci e contemporaneamente si sono spente quelle della macchina ed anche il motore» ha dichiarato Fantaccini. I due sono rimasti illesi, nonostante l’urto contro il muro laterale.
Pochi secondi ed il motore è ripartito, così come le luci. Il tratto era quello finale della galleria. Altri gli improvvisi blackout. Nel 2009 è stata la volta di un motociclista. Viaggiava di giorno ed entrato in galleria, con le luci della moto già spente, si era ritrovato di colpo in mezzo al buio. Blackout delle luci in galleria, contatto con il guardrail, fine della corsa al centro del tratto. E dopo qualche secondo di nuovo la luce. Nel 2000, poi, fu la volta di una coppia di Castellana Sicula. Anche qui, tutto si è consumato in pochi secondi senza alcuna conseguenza, salvo i danni alla vettura. Ed ancora, altro episodio, nel 1990. Protagonista fu Giuseppe Caravello, professore all’Istituto tecnico industriale ad indirizzo minerario di Caltanissetta. Viaggiava con dei colleghi, in direzione Palermo. Anche qui: improvviso blackout, spegnimento delle luci e del motore della macchina. Che dopo una manciata di secondi ripartì senza che nessuno lo avesse riacceso. E riapparve pure la luce. Le ipotesi azzardate sono tante: campi elettrici, campi elettromagnetici, radioattività.
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