Per i dipendenti dello stabilimento e per gli operai dell’indotto c’è la disponibilità della casa torinese ma il finanziamento deve essere assicurato dalla Regione Sicilia che ha garantito il suo intervento. Se così non fosse l’alternativa sarebbe la fine del rapporto di lavoro. Per l’esponente regionale di punta della Fiom, la Fiat oltre ad avere un ruolo industriale di punta nel nostro Paese ha anche una funzione sociale e se non si pervenisse a soluzioni alternative dovrebbe fare un passo indietro sulla scelta di chiudere la fabbrica
di Francesco Fustaneo
Il 7 ottobre scorso si è avuto un incontro tra l’assessore regionale alle attività produttive, Linda Vancheri e i rappresentanti sindacali di Fim, Fiom, Uilm che lascia trapelare ottimismo sul finanziamento per il 2014 della cassa integrazione in deroga per i dipendenti della Fiat di Termini Imerese e per gli operai dell’indotto. Parliamo della questione con un esponente regionale di punta della Fiom, Roberto Mastrosimone, che in qualità di sindacalista ha seguito in tutti questi anni le dinamiche dello stabilimento termitano. Una vicenda che ha tolto un migliaio di posti di lavoro e che si accende ogni anno alla scadenza della cassa integrazione degli ex dipendenti.
Lei è ottimista sulla possibilità di ottenere un finanziamento della cassa integrazione per le tute blu di Termini anche per l’anno prossimo?
A breve avremo un incontro al Ministero che ci permetterà di capire concretamente come stanno le cose. Ad oggi c’è la disponibilità di Fiat ma la cassa integrazione deve essere finanziata dalla Regione Sicilia. Ad onor del vero a livello regionale sembra che le parti politiche si siano attivate. Tutti assicurano alla data di oggi (08-10-2013 ndr) che il finanziamento della cassa integrazione in deroga arriverà. Certo è che se così non fosse l’alternativa sarebbe il licenziamento collettivo dei lavoratori.
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