“Io accetto tutte le posizioni politiche, di essere contestato, che mi si chiedano le dimissioni perché sono di parte, ma non accetto in alcun modo che mi si dica che sono un burattino nelle mani del sindaco”
di Dario Barà
Tony Franco 46 anni, laureato in lettere classiche e dottore di ricerca in Storia Antica all’Università di Palermo, insegna latino e greco presso il liceo Mandralisca di Cefalù. Sposato con un figlio. È stato Presidente di Azione Cattolica dal 1991 al 1997. Nel 1997 è stato candidato a sindaco di Cefalù contro Simona Vicari e consigliere comunale dal 2007 al 2012. Ha militato nel Partito Popolare, poi nella Margherita e infine nel Partito Democratico con il quale è entrato nel Consiglio Comunale di Cefalù con 151 voti (quinto degli eletti) alle ultime amministrative. Dal 24 maggio 2012 ricopre la carica di Presidente del Consiglio.
Può aiutarci a ripercorrere la strada che ha portato alla sua elezione a presidente del Consiglio?
Dalle elezioni è uscito un consiglio comunale molto frammentato a causa della legge elettorale vigente con soltanto 7 consiglieri comunali che facevano riferimento al sindaco Rosario Lapunzina, mentre gli altri 13 erano espressione delle altre liste. Lapunzina ha vinto ma per poche decine di voti non è riuscito ad ottenere
il premio di maggioranza e quindi la maggioranza assoluta in consiglio. Si sono dunque aperte delle trattative con gli altri gruppi consiliari che presumibilmente si sarebbero formati ed è emerso l’orientamento sul mio nome. La maggioranza si è quindi composta di 12 consiglieri: i 7 eletti nella lista di Lapunzina, 2 (Cortina e Di Chiara) della lista “Leali per Cefalù” che appoggiava Croci, 2 (Cassata e Messina Pasquale) della lista “Rivoluzione con Sgarbi” e 1 (Riggio) della lista del sindaco uscente Guercio. L’elezione è stato un momento emozionante. Anche dai consiglieri che non mi votarono sono arrivati atti di stima e felicitazioni per il ruolo. Questo è stato l’inizio e tutto sembrava filare liscio.
Può fare un bilancio della sua presidenza dopo un anno e mezzo dalla sua elezione e quali sono stati i momenti più difficili di questa presidenza fino ad oggi?
Il bilancio per me è positivo. Ritengo di attraversare un periodo particolarmente stimolante ed entusiasmante del mio servizio politico. Sono stati mesi intensissimi di attività. Consideriamo che nei primi
mesi della consiliatura si è proceduto alla discussione e all’approvazione di ben 5 bilanci precedenti. C’era la necessità di riapprovare i rendiconti finanziari 2008 e 2009, i rendiconti che non erano stati affatto approvati, occorreva fare il bilancio 2012 di sana pianta e poi si è reso necessario operare per il risanamento dei conti pubblici della Città. Di tutte queste cose è stato investito per sua competenza il Consiglio Comunale.
L’amministrazione ha ereditato circa 12 milioni di euro di debiti, adesso un po’ scesi avendo pagato qualcosa dei debiti fuori bilancio e di quello che era necessario pagare per scadenze stringenti, con moltissimi creditori si è invece proceduto ad una rateizzazione. Nel caso dei debiti più grossi come per esempio quelli con l’Ato Rifiuti e l’Ato idrico invece ci vorrà del tempo. È stato fatto un piano pluriennale votato dal Consiglio Comunale e passato a maggioranza che abbiamo presentato al Ministero e che adesso
è in corso di valutazione e di approvazione, al quale noi intendiamo attenerci per i prossimi 10 anni. È un piano draconiano, con una riduzione della spesa all’osso. Ci sono stati dei momenti molto importanti, ma anche su altri versanti. Sono state affrontate tante problematiche. Il momento più bello e intenso è
stato però quello in cui è passato il piano pluriennale economico-finanziario perché è un enorme peso di lavoro e di speranza che si proietta nel futuro per il risanamento di questa Città. Il peggiore è stato invece, a partire da gennaio a maggio di quest’anno, il momento dello scontro con la parte di opposizione del
Consiglio comunale.
In effetti la sua presidenza è stata segnata da forti polemiche con l’opposizione sino a chiedere insistentemente le sue dimissioni. Cosa ha portato a questa richiesta l’opposizione e cosa le veniva contestato?
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