In consiglio comunale approdano le “Poste” e l’uso dell’auto di rappresentanza

0
154

L’opposizione ha prodotto una richiesta di inserimento all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale, fissato per l’8 novembre, alle 17,30 e diverse interrogazioni, tutte legate dal richiamo alla spending review, tra cui l’uso che il sindaco fa della macchina di rappresentanza (una Fiat Punto nera), acquistata proprio dall’amministrazione guidata da Giovanni Meli.

Sul punto, in effetti, diversi i mormorii che serpeggiano ormai da tempo, con dibattiti e foto postate pure sui social network e che hanno scatenato diversi interrogativi e malumori. Occorre capire quindi, come scrivono i consiglieri di “Collesano nel Cuore”, se da parte di questa amministrazione, in tempi di crisi come gli attuali, siano stati tenuti «comportamenti parsimoniosi nella gestione delle risorse pubbliche».

In particolare, «considerate le ricorrenti voci – precisa l’opposizione – circa il non corretto utilizzo dell’autovettura di rappresentanza, in particolare della Fiat Punto in uso dal Sindaco» si chiede di sapere «se è vero che il Sindaco ha usato l’autovettura di rappresentanza per recarsi dalla residenza municipale presso la sua residenza personale e se è si, chi si è fatto carico delle spese»; se ha utilizzato la sua autovettura o quella comunale per recarsi alle riunioni del Parco delle Madonie di cui è vicepresidente; se ha ottenuto, in funzione di ciò, rimborsi di spese di rappresentanza e missioni e se queste siano state a carico del comune di Collesano o dello stesso Ente Parco; a quanto ammontino eventuali indennità e quale sia il totale delle «spese sostenute dal comune per manutenzione e di benzina relative all’autovetture acquistate nel corso del suo mandato ed in particolare quelle della Fiat Punto utilizzata per rappresentanza».

E poi l’altra pagina aperta sulle spese pubbliche che riguarderebbe l’acquisto di un terreno in contrada Mora, nel marzo del 2012 (Foglio 37, Particelle 720-721-171). I consiglieri di opposizione si chiedono se sia stata davvero necessaria e a qual fine questa spesa, posto che, secondo i sei, «l’acquisto non ha una chiara destinazione di pubblica utilità» né che ci fossero «motivi di necessità e urgenza per determinarlo». Stessi dubbi avanzano circa la pulizia, il decespugliamento e la collocazione di serbatoi, sebbene queste possano apparire come opere dovute una volta acquisita la proprietà del bene.

L’opposizione chiede anche di sapere la sorte dell’attività svolta dalla figura dell’assistente sociale e, infine, ancora soldi nelle interrogazioni. Questa volta sul contenzioso «che il Comune ha nei confronti di privati e di Enti pubblici e privati. Il Sindaco ci ha riferito – scrive l’opposizione – di avere azionato una serie di iniziative per recuperare cattive gestioni del passato, applicazione di eque tariffe legali e ricorrenti affidamenti di incarichi legali» ma, «considerato che ad oggi nessun dettagliato resoconto ci è pervenuto da parte dell’amministrazione», chiede di averne finalmente visione.

Quanto alle Poste, nota dolente per la comunità collesanese che spesso avverte i disguidi legati ad un sottorganico, si vorrebbe impegnare «l’Amministrazione a chiedere alla Direzione Provinciale delle Poste Italiane di potenziare con un’altra unità lo sportello di Collesano, o in subordine di inviare nel periodo di erogazione delle pensioni, mediamente 15 giorni al mese, una unità operativa a supporto».

Gli altri punti all’ordine del giorno riguardano, oltre Imu e Tares, anche lo scuolabus ed il regolamento per il servizio mensa che tanta confusione ha creato nelle settimane scorse, con un susseguirsi di riunioni anche molto accese. Molte famiglie hanno contestato il lievitare delle spese, al quale occorrerà seriamente mettere mano. 

Il principio applicato, in sostituzione del precedente per il quale tutti, indistintamente dal reddito, pagavano un’unica quota di 2,50  €, si è rivelato, nella sua impostazione teorica, ben più aderente ad ipotesi di giustizia sociale e contributiva, perché scagliona la spesa per fasce di reddito. Il punto problematico, tuttavia, rivelatosi all’indomani del passaggio attuato, si è annidato nella esecuzione del regolamento che così congegnato si è trasformato per la gran parte delle famiglie del ceto medio nella fonte di un rincaro inatteso, considerando il fatto che molte di loro hanno più figli, finendo col gravare, paradossalmente, più che in passato.