Big Bang Madonie: liberi consorzi di comuni o carrozzoni calati dall’alto?

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L’associazione Big Bang Madonie, di area renziana, sulla riforma delle province avanza dubbi in un comunicato nel quale citano Musumeci e Cracolici, richiamando l’importanza di metodo dal basso per le scelte che riguardano i territori.

 

«Assistiamo in questi giorni ad un florilegio di ddl, proposte, dichiarazioni sulla riforma delle province e sui futuri liberi consorzi di Comuni presentati anche da deputati regionali. Dall’esame degli stessi emergono sia tendenze agli antipodi (Musumeci propone di ripristinare i vecchi enti (!) mentre ultima è la proposta di Cracolici che propone di trasformare le attuali nove province in liberi consorzi di Comuni individuando tre grosse aree metropolitane nel territorio siciliano) che aspetti comuni ossia….la mancata concertazione con i territori cioè con coloro che sarebbero i “consumatori finali” di queste riforme! In entrambi i casi, si propone una politica di gestione oligarchica e priva di visione di insieme!

Al di là del fatto che, con tutta la fantasia possibile, ci è difficile capire dove stiano gli aspetti di economicità, efficacia ed efficienza in contenitori che mettono insieme realtà territoriali molto differenti tra di loro che dovrebbero poi gestire servizi e funzioni complesse, (acqua, rifiuti, etc….) ci chiediamo: è cosi complesso avviare una campagna di ascolto dei diretti interessati quali i comuni, i territori, i partiti, le associazioni, i cittadini e tener conto dei percorsi di programmazione e di sinergia già avviati e/o collaudati? È così difficile spostare l’asse di interlocuzione tra le Istituzioni coinvolgendo direttamente gli interessati?

 

Big Bang Madonie, associazione politico – culturale legata al progetto riformatore di Matteo Renzi, ritiene che su tematiche cosi complesse, che avranno riflessi “pesanti” sulla vita futura delle Comunità, non si possa assolutamente prescindere dalla Partecipazione, dalla Discussione e dalla Concertazione con i Comuni e con le loro singole componenti (politiche, sociali ed economiche)! Siamo stanchi di pseudo riforme calate dall’alto per accorgerci poi che qualcosa non ha funzionato! Chiediamo più partecipazione, più ascolto e più coinvolgimento; altrimenti non avremo capito la novità, non avremo sentito la vicinanza alle istanze degli “ultimi” cui la Sinistra si richiama.

Ci impegneremo noi in prima linea a mantenere la discussione nei territori, così come abbiamo fatto sino ad oggi, e proporremo ai nostri rappresentanti una nuova prospettiva di interazione ed integrazione territoriale! Intorno al dibattito sulla riorganizzazione delle c.d aeree interne e dei piccoli comuni, già avviato da tempo, ci siamo proposti una analisi complessiva della questione che tenga conto in primo luogo delle peculiarità dei territori, delle esigenze di sistema, delle istanze e delle aspettative della popolazione tutta interessata».