Da quando la famiglia Accascina, che ha gestito gli skilift sino alla metà degli anni ’80, ha deciso di ritirarsi dall’impresa, per la stazione sciistica del palermitano è iniziato un vero e proprio calvario. Dopo cinque anni di chiusura, gli impianti di risalita sono stati riaperti solo agli inizi degli anni ’90, perché la provincia di Palermo – nuova proprietaria degli skilift – ne aveva assegnato la gestione prima all’Ast, l’Azienda siciliana trasporti, e poi alla Ski World-Piano Battaglia. Ma dopo alcuni anni, scaduta l’omologazione degli impianti sciistici, la politica e la burocrazia hanno preferito lasciar morire lentamente tutto
di Ciro Cardinale
Ancora una volta sembrano che ci siano tutti i presupposti perché anche la stagione sciistica 2013-2014 a Piano Battaglia salti; ancora una volta se non si troverà al più presto una soluzione all’ennesima querelle burocratica per farla “decollare” definitivamente, saranno cancellati entro l’anno con un colpo di spugna tre milioni di euro già stanziati dall’Unione europea per la realizzazione dell’impianto di risalita e buona notte al secchio. A pochi giorni dall’ultima convocazione della commissione di gara.
L’Urega, cioè l’Ufficio regionale per l’espletamento delle gare d’appalto, non solo non ha ancora reso pubblici i verbali delle due ultime riunioni, cioè quella del 29 novembre e quella del 6 dicembre, ma ha pure comunicato il rinvio a data da destinarsi delle operazioni di gara, così come richiesta dalla provincia di Palermo, ente appaltante dell’infrastruttura, proprio durante la convocazione del 6 dicembre. Dal momento che la data ultima per l’assegnazione dei fondi europei è fissata al 31 dicembre, sembra proprio che quest’ultimo rinvio sia stato fatto apposta per fare saltare definitivamente la gara e dire addio ai soldi già stanziati. E così sulla vicenda rimangono ancora tante, troppe domande senza nessuna risposta.
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