La gestione del Feudo Verbumcaudo è ancora una opportunità e una affermazione a livello nazionale per le Madonie. A sostenerlo il magistrato Vittorio Teresi

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L’affermazione del magistrato della Procura di Palermo è arrivata nel corso dell’incontro tenutosi la scorsa settimana a Polizzi Generosa promosso dall’Istituto Superiore “Pietro Domina” a conclusione dei laboratori di educazione allo sviluppo locale nella legalità. L’attività di formazione rientrava nelle attività finanziate dalla Regione Siciliana con l’art. 14 della legge 20/1999 riguardo alla formazione civile degli studenti e la ricerca sui valori della legalità in Sicilia e dell’educazione civica in generale. In questo senso è stato sviluppato, in collaborazione con il Centro Studi “Epifanio li Puma”, il progetto dal titolo “La gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata” che ha coinvolto il Liceo delle Scienze Umane di Petralia Sottana, all’ITEE di Petralia Soprana, all’ITCAT di Polizzi Generosa e all’IPSASR-IPSEOA di Castellana Sicula e rientranti nel progetto.

Nel corso dell’incontro, tenutosi al cinema Cristallo di Polizzi Generosa, che ha visto protagonisti gli studenti, sono stati presentati i lavori realizzati nei laboratori che hanno dato spunto al magistrato Vittorio Teresi di ragionare e riflettere sulle problematiche proposte coinvolgendo l’uditorio. In modo diretto e senza fronzoli magistrato della Procura di Palermo è andato subito al sodo affermando che “la mafia non è una organizzazione criminale ma un modo di fare politica. La mafia ha fatto politica quando ha ammazzato Mattarella, Pio La Torre, Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino. Parallelamente – ha detto Teresi – nell’attività e nella storia di Epifanio Li Puma troviamo il seme della politica. Bisogna scegliere da che parte stare. Certamente negli ultimi anni la consapevolezza della gente è aumentata”. In modo chiaro ed inequivocabile ha anche affermato che “la mafia lavora dentro le Istituzioni indirizzando certe scelte politiche. Infatti, se non fosse così non si verificherebbero tutte le polemiche che ogni giorno ci investono. Bisogna spazzare via chi predica bene e razzola male. Bisogna giudicare un politico per quello che fa e per le leggi che propone, giudicarlo per come si comporta – ha detto Teresi. Chiunque deve essere giudicato per quello che fa”. Riguardo al suo lavoro e alle critiche che spesso i colleghi del nord esprimono ha precisato che “lavorare in Sicilia non è come lavorare al Nord. Parlare di legalità nei rioni ricchi è facile. La sfida è quella di parlare di legalità davanti a chi servizi non ne ha. Come posso presentarmi – ha detto – io Stato, alle famiglie per dire di vivere nella legalità se consento alla mafia di occupare le case?”. Mentre sulla vicenda Stato/mafia e sulle minacce al pm Nino Di Matteo ha voluto riportare la sua affermazione “io ho le corna dure” per rispondere a Riina con lo stesso linguaggio. Si è poi soffermato sul concetto di “regole” che sono alla base di una società ma che devono essere conosciute, capite e condivise; sul “coraggio di denunciare”, che è un concetto tristemente associato al “normale” sentimento di paura; e sul concetto di “eroe” utilizzato per chi è stato ammazzato dalla mafia. “Essere definito eroe – ha affermato il magistrato – è un modo per allontanare quella persona dai giovani, considerarla fuori dal normale, renderla una icona irraggiungibile, mentre invece coloro che contrastano i mafiosi sono persone come tutti, uomini normali che hanno vissuto e lavorato come tutti. Infatti, tutti possono diventare come Falcone e Borsellino, basta studiare”. Nel suo intervento Vittorio Teresi ha anche consigliato a tutti di leggere le sentenze di condanna e soprattutto quelle di assoluzione, dove il fatto giudicato magari non costituisce reato ma in termini di moralità e di socialità va comunque censurato dal cittadino onesto. “E’ il caso dei politici che chiedono i voti alla mafia. Un fatto che ha una conseguenza incredibile sulla democrazia – ha spiegato ai giovani – perché la mafia non fa nulla per nulla, perché se chiedi i voti alla mafia li chiedi all’organizzazione. Ai mafiosi non interessano i soldi, li fanno in modo diverso, ma la rappresentanza. Chi viene eletto dai mafiosi rappresenta i mafiosi nelle Istituzioni”. In conclusione il magistrato ha esortato tutti i giovani presenti ad essere sempre limpidi per vedere nell’acqua (immaginandoci tutti all’interno di una vasca) i mafiosi. Ha quindi chiuso l’incontro facendo riferimento al feudo Verbumcaudo, esortando ed invitando tutti ad adoperarsi per l’affidamento e la gestione del feudo. “Sarebbe una affermazione anche a livello nazionale e una grande occasione di sviluppo” – ha concluso Vittorio Teresi. Un invito colto dal dirigente scolastico Pietro Attinasi che ha proposto di affidare il feudo Verbumcaudo all’azienda agraria dell’IPAA di Castellana Sicula.