Con una lettera il Sindaco di Termini Imerese Burrafato l’arciprete di Termini don Francesco Anfuso e i sindacalisti Roberto Mastrosimone, Giovanni Scavuzzo e Vincenzo Comella hanno chiesto un incontro urgente alla presidenza del Consiglio “per affrontare la grave crisi occupazionale provocata dalla chiusura dello stabilimento Fiat di Termini lmerese”.
Nella lettera vengono spiegati i passaggi che dalla decisione di chiudere lo stabilimento da parte di Fiat hanno portato alla situazione di oggi con la scadenza ormai vicina di fine giugno scadrà il periodo di cassa integrazione per tutti gli operai dopo che negli scorsi mesi sono arrivate lettere di licenziamento per 174 operai dell’indotto.
“Nel dicembre 2009 il Governo Italiano prese atto a Palazzo Chigi del piano industriale di Fiat presentato da Sergio Marchionne. Nonostante prevedesse la cessazione dell’attività produttiva dello stabilimento di Termini Imerese. La
chiusura sarebbe stata affrontata e risolta al tavolo di crisi che venne istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico.
Ad oggi, quattro anni dopo quel drammatico annuncio, la soluzione non c’è. E certo non per colpa dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali. A poche settimane dalla scadenza degli ammortizzatori sociali non si è trovata una soluzione credibile che garantisca il reimpiego di tutti i 1200 lavoratori della Fiat e dell’indotto diretto e indiretto”.
Si riferisce poi del fallimento del piano di reindustrializzazione dell’area di Termini Imerese “Non è stato impegnato ad oggi 1 solo euro e non ci sono manifestazioni di interesse esecutive da qui a 36 mesi”.
La lettera si conclude con una proposta: “il Governo Italiano, da Lei guidato, deve chiedere a FIAT – non essendoci ad oggi una soluzione certa per il reimpiego dei lavoratori di Termini Imerese – di ricercare una missione produttiva per lo stabilimento di
Termini Imerese in seno al comparto dell’automotive. Questo è possibile anche perché i lavoratori di Termini lmerese sono a pieno titolo dipendenti di Fiat e della Magneti Marelli ed oltretutto gli impianti produttivi siciliani sono pienamente funzionanti e pronti alla ripartenza”.