“Il ruolo sociopolitico della mediazione dei conflitti” è il tema che sarà affrontato venerdì 21 febbraio presso la Parrocchia Sant’Agata alla Kalura alle ore ore 17.30 dal padre Gesuita Emanuele Iula.
Si tratta del 4° Incontro del Laboratorio di Formazione Socio-Politica, organizzato dall’Ufficio diocesano della Pastorale Sociale e del Lavoro.
Padre Iula è componente dello staff dell’Istituto Arrupe di Palermo.
Con il proseguire degli Incontri si rende sempre più chiara la motivazione per la quale la Diocesi si è voluta spingere nella organizzazione, per il secondo anno consecutivo del Laboratorio.
C’è assolutamente bisogno – dice don Calogero Falcone, direttore dell’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro – di una formazione che orienti l’agire dell’uomo e della donna che vogliono impegnarsi nel perseguire il bene comune. Stiamo vivendo un momento in cui le varie categorie sociali vivono la speranza di un cambiamento.
Forse, però, dovremmo prendere coscienza che il cambiamento inizia da un impegno personale non più dettato da logiche di opportunismo o di carrierismo.
E’ evidente – osserva don Falcone – come l’attuale situazione politica di questi ultimi anni ci abbia lasciato con l’amaro in bocca, spegnendo ogni possibilità di un futuro migliore. Papa Francesco ha esortato i cristiani ad essere “rivoluzionari”. Questo invito ci incoraggia e ci spinge a rivoluzionare il nostro modo di leggere e di avvicinarci alla politica. Ciascun cristiano deve rendersi conto che il cambiamento inizia dalla eliminazione di quelle logiche basate sul clientelismo che rendono schiavo l’uomo.
Coloro che si impegnano nell’aministrare la cosa-pubblica devono aver chiaro che – se cristiani – devono rendere conto a Dio del loro operato; che per amministrare la cosa-pubblica serve competenza e legalità; che bisogna distaccarsi ed eliminare ogni tipo di lobby che va a determinare l’azione politica e amministrativa.
E’ opinione diffusa che tutto ciò non è stato realizzato neppure dai cristiani.
Per questo, il Laboratorio si pone come punto dove focalizzare in che modo ciascuno di noi può imprimere una svolta positiva alla situazione attuale.
Per far questo ci vuole la formazione. Bisogna credere in se stessi ed a una politica ispirata al bene del prossimo.
Il cristiano – dice don Falcone – non può pensare che credere sia un fatto privato. La fede ha sempre un risvolto esistenziale e sociale; non è mai un atto esclusivamente individuale ma ecclesiale.
Si crede nella e con la Chiesa, diventando così sale che dà sapore e città posta sopra un monte, perchè sia ben visibile a tutti. L’affidabilità del nostro appartenere a Cristo ci riporta all’essenzialità della fede: chi ci incontra, deve poter incontrare Cristo senza troppi adattamenti perchè la fedeltà a Cristo ed al Vangelo si misura sul coerente legame tra fede detta, celebrata e vissuta.
L’intervento di padre Emanuele Iula, a cura di Carlo Antonio Biondo sarà disponibile nel sito murialdosicilia.org e le riprese video dell’intero laboratorio, ad opera di Adriano e Federico Cammarata, potranno essere seguite su federico cammarata tv e Radio Cammarata in Blu.
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