A due cooperative antimafia vigneto intitolato a Placido Rizzotto nel feudo Verbumcaudo

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Foto ANSA

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E’ stato intitolato a Placido Rizzotto e consegnato alle cooperative antimafia “Lavoro e non solo” e “LiberaTerra” un grande vigneto nel feudo di Verbumcaudo a Polizzi Generosa confiscato al boss di Cosa nostra Michele Greco. La cerimonia è avvenuta in coincidenza con il 68° anniversario dell’omicidio del sindacalista Cgil rapito a Corleone nel 1946 e gettato nella foiba della Rocca Busambra dove i suoi resti furono ritrovati solo 5 anni fa. Alla manifestazioni era presente Sonia Alfano, figlia del cronista de La Sicilia Beppe trucidato dalla mafia nel 1993, parlamentare europea e presidente della commissione antimafia del Parlamento europeo, insieme ai sindaci dei 18 comuni del comprensorio che sono entrati a far parte del consorzio “Sviluppo e legalita’”. 

“E’ un modello vincente di riutilizzo. In Europa – ha aggiunto Sonia Alfano – mancano esempi come questi. E’ stata finalmente approvata la direttiva europea sulla confisca, ora il riutilizzo sociale è il modello da seguire; solo così il maltolto può tornare nelle mani della comunità. Certo, registriamo ancora delle criticità nella gestione dei beni, ma questa è la via da seguire e che permetterà a tanti giovani di lavorare”.

Il feudo di Verbumcaudo è una vastissima estensione di campi tra le province di Enna, Caltanissetta e Palermo, al centro di grandi interessi e traffici mafiosi, sequestrato al boss Greco nel 1988 ma consegnato alla regione Sicilia solo nel 2012 che lo ha affidato al Comune di Polizzi Generosa. Oggi il comune è guidato da un commissario prefettizio dopo lo sciogliemnto per infiltrazioni mafiose. Luogo ancora di forte interesse da parte di Cosa Nostra che ha più volter minacciato il sindacalista Vincenzo Liarda che si è battutto strenuamente perchè quest’area fosse affidata alla società civile. 

In questa giornata fortemente simbolica è stata anche presentata la “Banca della terra”, un archivio che dovrebbe favorire l’assegnazione di terreni agricoli incolti non solo provenienti da misure patrimoniali antimafia, ma anche retaggio della riforma agraria degli anni ’50 per iniziativa dell’Assessorato regionale alle risorse agricole.