Buonasera sono Francesco Oliveri, protagonista mio malgrado dell’episodio di “sabotaggio” avvenuto sabato scorso al S. Andrea. In merito alla Vostra ricostruzione riguardo l’accaduto vorrei fare alcune doverose precisazioni che vi prego di pubblicare: La decisione di non sporgere denuncia è stata presa da me e dall’altro titolare dell’attrezzatura danneggiata Angelo Chiappone, ed è stata frutto di un confronto con il Presidente dell’associazione e i componenti del direttivo li presenti.
Il gesto benché di una certa gravità parte all’interno dell’associazione e può essere definito una spiacevole “scaramuccia”. Inoltre il Presidente ed il direttivo dell’associazione hanno garantito il tempestivo rimborso del danno e l’adozione di seri provvedimenti affinchè tali spiacevoli eventi non abbiano più modo di presentarsi in futuro. Abbiamo preferito quindi mantenere tra le mura dell’associazione l’accaduto senza rivolgerci alle autorità, per puro spirito di collaborazione e buona volontà tra le parti. L’Assessore Virzì è stato citato da Voi come una persona che avrebbe consigliato di non sporgere denuncia, e viene addirittura citato un virgolettato che riporta frasi errate. L’assessore Virzì, dopo che sono stati attentamente valutati i fatti ed è stata presa la decisione di non sporgere denuncia, in virtù del suo ruolo di rappresentante istituzionale ha preso la parola davanti alla platea e si è semplicemente fatto portavoce delle decisioni prese, frutto esclusivamente del buonsenso delle parti coinvolte. L’Assessore come anche il Sindaco hanno fermamente condannato l’accaduto e sin da subito si sono dimostrati collaborativi e aperti nel cercare di trovare una soluzione, e nessun atteggiamento torbido o alla “ponzio pilato” può essere attribuito a Loro nella gestione della vicenda che non sia strumentalmente mirato a gettarne discredito, soprattutto in vista delle future elezioni comunali.
Grazie dell’attenzione
Francesco Oliveri
Salve Sig. Oliveri, la ringraziamo intanto della sua garbata lettera, anzi molto garbata rispetto a quello che mi hanno riferito scritto su Facebook, dove l’insolenza si unisce spesso all’ignoranza e alla presunzione. Vorremmo immediatamente però sgombrare il campo da una sua affermazione che con dispiacere dobbiamo riportare: “nessun atteggiamento torbido o alla “ponzio pilato” può essere attribuito a Loro nella gestione della vicenda che non sia strumentalmente mirato a gettarne discredito, soprattutto in vista delle future elezioni comunali”. Noi non abbiamo mai gettato discredito su nessuno, non fa parte del nostro stile, nè umano nè professionale. Raccontiamo i fatti (che spesso a qualcuno possono dispiacere) e non inventiamo niente, come del resto anche il suo resoconto dimostra. E li raccontiamo secondo quanto ci riferiscono delle fonti che noi riteniamo attendibili. Non è stato scritto che il sindaco e l’assessore non hanno condannato l’accaduto, ci mancherebbe altro, o che le cose dette, riportate da Esperonews, non siano frutto, come dice lei “esclusivamente del buonsenso”. Ne siamo convinti. Ma l’articolo contestava altro che non viene messo in rilievo e che lei conferma, anzi rende ancora più grave, quando scrive: “L’assessore Virzì… in virtù del suo ruolo di rappresentante istituzionale ha preso la parola davanti alla platea e si è semplicemente fatto portavoce delle decisioni prese, frutto esclusivamente del buonsenso delle parti coinvolte”. Ecco sta tutto qui il problema. Lei e il suo socio Angelo Chiappone potete benissimo decidere di non sporgere denuncia “per puro spirito di collaborazione”: decisione discutibile ma legittima. Ma un sindaco e un assessore non sono comuni cittadini, sono pubblici ufficiali e come tali non si possono esonerare da presentare una denuncia se vengono a conoscenza di un fatto illecito, e se non lo fanno commettono un reato. Oltre l’aspetto morale di essere da esempio. Quindi l’assessore Virzì, appunto in virtù del suo ruolo di rappresentante istituzionale, non poteva prendere la parola davanti alla platea e farsi portavoce delle decisioni prese, doveva denunciare l’accaduto. Perchè l’assessore e il sindaco non erano quella sera lì in quanto privati cittadini ma perchè ricoprono una carica pubblica. E come recita l’art. 331 del Codice di Procedura Penale: “I pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell’esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di reato perseguibile di ufficio, devono farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito.“. Non so se adesso è chiaro sig. Oliveri. Le istituzioni hanno un prestigio che va difeso e se si ricopre una carica non si può essere omissivi. Perché in questo caso non è in gioco l’elezione di un sindaco o di un assessore, ma sono in gioco le regole stesse della convivenza civile. E questo sicuramente non è accettabile.
Cordialmente
Alfonso Lo Cascio