Arrestati gli autori dell’omicidio di Andrea Cottone

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I Carabinieri di Palermo, al termine di una complessa attività d’indagine hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. di Palermo nei confronti degli autori dell’omicidio di Andrea Cottone, scomparso nel novembre 2002 a Ficarazzi, con il metodo della “lupara bianca”. La sua automobile venne ritrovata a Termini Imerese.

Gli arrestati, che dovranno rispondere oltre che del reato di omicidio anche del reato di soppressione di cadavere sono il 40enne palermitano Ignazio Fontana e il 49enne bagherese Onofrio Morreale entrambi arrestati durante l’operazione “Grande Mandamento” e il 54enne palermitano Michele Rubino arrestato ieri.
La vittima nel 1995 era stata arrestata per “associazione di tipo mafioso” in quanto ritenuta capodecina della famiglia mafiosa di Villabate. Nel 1999, dopo la sua scarcerazione, aveva continuato ad essere vicino ai “Montalto” di Villabate.
Già in quel periodo venne chiesta l’autorizzazione alla sua “eliminazione” ai reggenti di quella consorteria contrapposti ai “Montalto” ma, solo dopo il loro arresto, Bernardo PROVENZANO diede il consenso all’omicidio.Fu così che il 13 novembre 2002, alle ore 12.30, Cottone venne accompagnato, a bordo della propria autovettura, presso il ristorante-minigolf di Ficarazzi, apparentemente per discutere con Morreale in merito a dei furti verificatisi in quel Comune, alcuni dei quali perpetrati ai danni dello stesso.
Da quel giorno, però, si persero le sue tracce. Il 27 novembre 2002 venne rinvenuta a Termini Imerese la sua autovettura regolarmente parcheggiata.
Ad attendere Cottone al minigolf c’erano i tre arrestati.
Secondo quanto accertato, Cottone venne strangolato con una cintura e il suo corpo venne “sciolto” in un deposito di marmi di Bagheria; nel pomeriggio dello stesso giorno, vennero gettati nel mare di Aspra anche alcuni monili appartenuti alla vittima.
Il commando, prima di uccidere l’uomo, avrebbe dovuto interrogarlo per sapere se i “Montalto” avessero intenzioni ostili nei confronti del gruppo contrapposto capeggiato da Nicola Mandalà.
A distanza di qualche anno dall’omicidio, lo stesso Onofrio Morreale confidò a un sodale: “… nuatri fuammu ad affucallu”.