Il Comune di Geraci Siculo si opporrà alle istanze dell’Acqua Geraci volte ad ottenere la concessione di altre sorgenti di acqua minerale nel territorio geracese, dopo che il Sindaco Bartolo Vienna ha accompagnato l’imprenditore Antonio Mangia dall’ex Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, per fargli concedere sorgenti di acqua minerale nella stessa zona e destinarle alle medesime attività della nostra azienda. La visita del Sindaco e di Mangia al Presidente Lombardo è stata rivelata dal consigliere Antonio Spallina durante il consiglio comunale che ha discusso la richiesta di proroga della concessione dell’Acqua Geraci.
“Queste rivelazioni – afferma l’amministratore dell’Acqua Geraci, Giuseppe Spallina – confermano che il Comune ci discrimina e danneggia ingiustamente. Né può sottacersi che il Comune lamenta un’inesistente carenza di acqua anche se durante diversi sopralluoghi effettuati dalle autorità competenti è stato accertato che al serbatoio comunale dalla sorgente Calabrò venivano addotti 18 litri al secondo a fronte di un fabbisogno previsto dal piano Regionale degli Acquedotti di 6, 9 litri al secondo/s.”. Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità un atto di indirizzo che invita il Sindaco e l’Amministrazione a non opporsi alla proroga della concessione attuale, ma solo all’ampliamento dell’area e all’uso di altre sorgenti da parte dell’azienda. L’approvazione unanime di tale atto è derivata dall’esplicito dissenso della minoranza verso qualsiasi altra determinazione più ostile alla nostra società. Nell’opposizione del Comune si premette erroneamente che la nostra concessione avrebbe per oggetto due sorgenti anziché un’area e non può essere ampliata e potenziata senza pregiudicare l’approvvigionamento idrico e l’economia della città e gli usi civici a favore dei pastori. Inoltre la sorgente Calabrò, nonostante la sua notevole portata, potrebbe soltanto integrare l’acqua proveniente dalla montagna a causa della vetustà e dei costi di pompaggio e manutenzione degli impianti. Il Comune afferma altresì che l’Acqua Geraci si sarebbe rifiutata di realizzare le terme e di accettare le proposte di accordo per perseguire il profitto dei soci. Infine si critica l’azienda perché ha subordinato gli investimenti indicati nell’istanza di proroga alla garanzia che non vengano rilasciate altre concessioni contigue o vicine. E’ noto, infatti, che l’istanza del permesso di ricercare acque minerali in un terreno confinante, presentata da una società controllata da Antonio Mangia e dal Gruppo Giaconia, ha avuto molti pareri favorevoli in poco tempo, mentre le pratiche dell’Acqua Geraci sono in itinere da un ventennio. “L’opposizione del Comune è totalmente infondata – prosegue Giuseppe Spallina – perché l’Acqua Geraci può ottenere l’ampliamento della sua concessione e altre sorgenti in quanto l’interesse alla coltivazione della miniera non è recessivo rispetto agli usi civici ed è stato il Comune a rinunciare alle terme che voleva realizzare l’Acqua Geraci per conseguire finanziamenti pubblici e associarsi ad altri imprenditori (tant’è vero che rivendica a torto la proprietà dell’area su cui doveva eseguirsi il progetto delle nostre terme per destinarlo al pascolo). Né è vero che abbiamo rifiutato trattative per un accordo con il Comune, ma abbiamo respinto la pretesa di farci sottoscrivere contratti capestro. Allo stesso tempo nessuno può scandalizzarsi dei profitti dei nostri soci e plaudire a quelli che si prefiggono Mangia e il Gruppo Giaconia. Nè può negarsi – aggiunge ancora Spallina – che l’aspirante concessionario ha il diritto di trattare le condizioni della concessione e chiedere che il concedente scelga tra la sua e altre istanze secondo diritto e giustizia, evitando di creare miniere contigue o vicine che pregiudicherebbero la possibilità della loro conveniente gestione economica. La chiara enunciazione della volontà contrattuale è peraltro doverosa e necessaria specialmente per gli imprenditori che pagano ingenti oneri fiscali e sociali anche se alcuni non danno molta importanza a questa circostanza. Inoltre l’Acqua Geraci ribadisce che non ha senso soffocare la crescita di un’azienda per vent’anni, negandole la materia prima corrispondente al suo fabbisogno, per poi consentire ad un concorrente di cercare lo stesso minerale a pochi metri di distanza in una Regione che ha concesso portate estremamente superiori a tutti i concorrenti. Ovviamente in caso di rigetto delle sue istanze, l’Acqua Geraci chiederà il risarcimento di tutti i danni subiti senza rinunciare alle azioni già intraprese a tal fine”.