ESPERO IN EDICOLA. “Inaugurata” la Chiesa dello Spirito Santo

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Foto L'altra Cefalù

La nuova struttura finanziata dalla C.E.I., dalla Diocesi di Cefalù e dalla stessa parrocchia. Il progetto risale al 2006 mentre la prima pietra verrà posta due anni dopo. I lavori terminano il 24 gennaio 2014, il giorno prima della dedicazione per mano del Vescovo. Per i progettisti Cirrito e Piazza il nuovo complesso parrocchiale si ispira allo scritto evangelico della Pentecoste: “Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano”

di Antonino Cicero

S alendo verso lo Spinito t’aspetti solo quel pezzo di cielo che si dipana tra gli edifici e di riconoscere le viuzze che sanno ancora di nuovo. T’aspetti pure gli istituti scolastici che hanno preso per mano tanti madoniti fino alla maggiore età, ma null’altro.   È stato questo senso di incompiutezza ad aver spinto alla costruzione di ciò che mancava ad un villaggetto dentro la cittadina normanna. Perché lo Spinito sembra più che una semplice contrada. È l’urbano in miniatura che sta alto, sopra le teste dei cefaludesi a valle.  Sali per la dorsale della contrada, la percorri tutta e dove ieri non c’era niente, oggi c’è qualcosa. Una chiesa tutta nuova, “inaugurata” il 25 gennaio scorso. La vedi e pare una persona “arrunchiata”, rannicchiata su se stessa pur con ampi spazi.
Spazi destinati alla casa canonica, alla Caritas, all’ufficio parrocchiale, all’oratorio, alle aule per il catechismo, alla sala congressi, al coro ed alle attività ludiche e sociali dei ragazzi della parrocchia guidata da don Giuseppe Licciardi che ha commissionato i lavori finanziati dalla C.E.I. (per 1.692.000 euro), dalla Diocesi di Cefalù e dalla stessa parrocchia dello “Spirito Santo” (per 1.699.354 euro). I tecnici cominciano a mettere mano al progetto già nel 2006 e la prima pietra verrà posta due anni dopo. I lavori terminano il 24 gennaio 2014, giusto il giorno prima della dedicazione della chiesa allo Spirito Santo per mano del vescovo, Vincenzo Manzella. Gli uomini contemporanei che hanno parlato agli uomini del loro tempo sono due architetti: il collesanese Domenico Cirrito ed il cefaludese Luigi Piazza. 

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