Agenti della Polizia di Stato, ieri pomeriggio, hanno arrestato un 51enne cinese, ritenuto responsabile del reato di sfruttamento della prostituzione.
L’arresto è la conseguenza di una serie di circostanze concatenate, del tutto imprevedibili per il cittadino extracomunitario che da pochi giorni aveva iniziato a sfruttare una connazionale di 46 anni, inducendola a prostituirsi.
Lo straniero non ha fatto i conti però con il coraggio della donna e con il corso degli eventi, finendo per venirne inesorabilmente sopraffatto.
A gennaio, il cinese ha preso in affitto, con regolare contratto, in zona Oreto a Palermo, un appartamento ove ha realizzato una location sobria, ma curata nei particolari, atmosfera ideale per svolgere incontri sessuali a pagamento.
Qualche giorno dopo l’uomo ha contattato una connazionale, proponendole di prostituirsi presso l’appartamento preso in affitto e pattuendo la percentuale di guadagno a lui riservata.
Nello specifico, il tariffario imposto alla donna per ogni prestazione era di 50,00 euro, di cui solo 20,00 euro sarebbero rimasti a lei.
Ieri lo sfruttatore ha preteso non più solo denaro ma una prestazione sessuale.
La donna si è allora ribellata e ha cambiato la serratura della porta dell’appartamento, impedendone, di fatto, l’accesso all’uomo.
Il cinese ha allora contattato il padrone di casa, riferendogli di una occupazione abusiva dell’appartamento senza raccontare dell’attività che si svolgeva nell’abitazione.
La chiamata in causa del proprietario dell’immobile ha rappresentato per lo sfruttatore cinese un passo falso: il proprietario infatti, venendo a conoscenza della presunta “occupazione abusiva”, non ha esitato a rivolgersi alla polizia, alla quale ha chiesto d’intervenire per liberare la sua abitazione.
Ieri pomeriggio, i poliziotti insieme al locatore e, suo malgrado, al locatario, sono giunti sul posto segnalato per verificare la presunta occupazione abusiva.
Quando la donna, rassicurata dalla vista degli agenti, ha aperto la porta, si è scoperchiato un “vaso di Pandora”.
Il cittadino cinese, sicuro del silenzio della connazionale, imperterrito, ha sostenuto le sue argomentazioni contro la donna, accusandola di avere occupato abusivamente l’appartamento.
La 46enne, inaspettatamente, ha invece superato ogni suo timore e non ha esitato a raccontare ai poliziotti di essere stata indotta a prostituirsi dal suo connazionale ma, più eloquente di ogni racconto, è stata la scena apparsa agli agenti non appena entrati nell’appartamento: la camera da letto, priva di ogni suppellettile e oggetto personale che ne testimoniasse la costante presenza della donna, era arredata soltanto con un letto matrimoniale ed era illuminata da una luce soffusa; sul comodino centinaia di profilattici e denaro contante, per ammissione della stessa donna, provento del meretricio e due telefoni cellulari, consegnati alla cinese dal connazionale per gli appuntamenti.
Gli agenti di polizia, accertato il reato, procedevano alla perquisizione personale del cittadino cinese addosso al quale veniva trovata la somma di 550,00 euro.
L’uomo, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato arrestato e accompagnato all’“Ucciardone”.