La sfortuna sembra non volere abbandonare l’ospedale “Cimino” di Termini Imerese. Dopo l’infezione da legionella, il cui batterio è stato scoperto nell’acqua che usciva dai rubinetti, e il black out che ha fermato per una intera giornata numerosi reparti; dopo la scala antincendio priva di uscite di sicurezza, adesso è la volta del reparto di rianimazione.
A causa di un blocco all’impianto di condizionamento, il reparto è stato chiuso a tempo indeterminato ed i pazienti trasferiti in altre strutture. Sembra una banalità, ma in un reparto di rianimazione l’impianto di climatizzazione è fondamentale, perché sia assicurato un microclima ideale per impedire il diffondersi di agenti patogeni ed infezioni in pazienti particolarmente deboli e debilitati, come quelli che di solito si trovano lì ricoverati. Ecco perché, andato in tilt il sistema di areazione, il reparto è stato chiuso. Così l’ospedale di Termini perde un altro pezzo. Ma fino a quando?
Sulla vicenda è pure intervenuto Agostino Moscato, candidato a sindaco di Termini Imerese, per il quale “la chiusura del reparto di rianimazione dimostra ancora una volta la scarsa capacità dei responsabili di gestire adeguatamente l’ospedale “Cimino”, garantendo la salute dei cittadini e un servizio fondamentale qual è quello della rianimazione. E’ nostra volontà, appena eletti, porre la massima attenzione sulla vicenda del nostro ospedale, istituendo una apposita “Conferenza permanente della salute” che possa seguire da vicino le tristi vicende del nostro nosocomio, che ha rivelato in questi ultimi mesi le gravi carenze e non è stato messo in grado di svolgere al meglio il ruolo di maggiore presidio sanitario del nostro territorio. Lavoreremo per rilanciare i reparti chiusi, facendo leva sui servizi non presenti negli ospedali vicini, e per potenziare quelli esistenti, puntando all’eccellenza, efficacia ed efficienza della struttura”.