Condanna definitiva per componente banda sgominata con operazione Moon Light

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Gli agenti del Commissariato di Cefalù ha arrestato la 47enne Giulietta Battaglia, l’estetista a domicilio con la passione per i cavalli che nel luglio di due anni fa era stata già arrestata dagli uomini guidati da Manfredi Borsellino nell’ambito dell’operazione ”Moon light”.
Dovrà scontare un residuo di pena pari ad un anno, 11 mesi e 16 giorni.

Il 17 luglio del 2012, dopo una lunga attività d’indagine condotta con metodi tradizionali, fu assicurata alla giustizia una banda che stava terrorizzando diversi residenti – stagionali e non – del territorio madonita compreso tra Cefalù e Castelbuono rubando preziosi e oro dalle loro ville.
L’arresto di ben sette componenti (e la denuncia a piede libero di due ricettatori palermitani) della banda si era reso necessario anche in seguito al rinvenimento all’interno di una loro proprietà di un mini arsenale, circostanza che lasciava ipotizzare un salto di qualità della banda, pronta ad usare verosimilmente le armi contro chiunque si fosse opposto alla sua “sete di denaro e guadagno facile”.
La donna arrestata oggi, compagna di una delle “menti” del gruppo, Alfio Samuele Zingali, grazie al suo lavoro di estetista a domicilio “studiava” gli impianti di allarme, gli accessi e le abitudini delle clienti facoltose presso cui si recava, così da rendere più agevole l’operato del compagno e dei suoi complici che, al chiaro di luna (da qui il nome dato all’operazione), irrompevano al loro interno razziando tutto ciò che di prezioso trovavano sulla loro strada.
Senza alcuno scrupolo l’estetista aveva coinvolto nelle razzie e nei raid punitivi della banda anche uno dei suoi due figli, Eduardo Di Gangi, patito di auto e moto, nonché due volte campione italiano di Kart 100 che grazie a quanto ricavato dai furti alimentava la sua passione per i motori e le corse.
Prima di Giulietta Battaglia, nel marzo dello scorso anno, era stato già condannato definitivamente a due anni e diciotto giorni di reclusione il compagno che aveva utilizzato il suo negozio di ricambi per auto e moto di Castelbuono, la “Sel Autoricambi”, come base operativa dei colpi pianificati – anche con scadenza giornaliera – dalla banda.