Morvillo ospite della giornata della legalità

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Ieri, a un giorno dal ventiduesimo anniversario della strage di Capaci, nella quale hanno perso la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, il comune di San Mauro Castelverde, in collaborazione con il comune di Pollina e con l’istituto comprensivo Pollina-San Mauro Castelverde, ha voluto ricordare le vittime della mafia ospitando, presso l’aula consiliare, fra gli altri, il procuratore capo della Repubblica presso la sede di Termini Imerese Alfredo Morvillo, fratello della compianta Francesca e cognato del grande Giovanni Falcone.

Una giornata all’insegna della legalità, che ha visto il coinvolgimento di autorità locali (quale il maresciallo dei carabinieri Ivan Montebuglioli) , e non (presente il capitano dei carabinieri della compagnia di Cefalù dr. Guglielmo Palazzetti), oltre che dei tanti alunni dell’istituto, che non si sono limitati ad apprendere un’interessante lezione di educazione civica, ma hanno espresso le loro idee e i loro pensieri attraverso poesie, testimonianze, e siparietti che hanno sottolineato quanto grandi siano ai loro occhi le figure di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti coloro che hanno messo in gioco la loro vita pur di liberare la nostra terra dal morbo della mafia. A presiedere l’incontro sono stati i sindaci di San Mauro Castelverde, Mario Azzolini, e Finale di Pollina, on. Magda Culotta, che hanno elogiato il ruolo delle forze dell’ordine e di chi, come il dott. Morvillo, spende i suoi giorni per proteggere la nostra patria, ricordando ad alta voce, e con il dovere morale di non dimenticare mai, chi ha dato la propria vita e denunciando ogni forma di criminalità organizzata, definita dal dott.Azzolini “zecca”, intesa allo stesso tempo come acaro velenoso, e come industria di denaro, sporcato da tal veleno. Toccante è stato l’intervento di don Giuseppe Amato, sacerdote della parrocchia di San Mauro, che ha voluto ricordare il tragico attentato di Rocco Chinnici, nel quale perse la vita, fra gli altri, Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile sede dell’attentato, amico del magistrato, e zio di don Giuseppe Amato. Questi ha voluto inoltre precisare come spesso la religione venga usata dai mafiosi come coperta con la quale nascondere la parte oscura della loro persona. E’ intervenuto anche il minisindaco del plesso scolastico di San Mauro Castelverde, Giuseppe Giordano, che ha invitato i suoi compagni alla riflessione, responsabilizzando i giovani, punto di partenza e futuro di una società rivolta alla legalità. La prof.ssa Antonella Cancila, preside dell’istituto comprensivo Pollina-San Mauro, ha invece rivolto ai suoi studenti l’invito affinchè quanto imparato oggi, possa servir loro da guida per la vita, trasmettendo la lezione appresa fra gli amici e nelle proprie case, facendosi portavoce di una società che vuole e deve essere libera e legale. Libertà è stata la parola maggiormente usata anche dal dottor Alfredo Morvillo, che ha invitato i ragazzi ad allontanarsi da ogni forma di favoritismo, trasmettendo loro quanto sia bello e soddisfacente raggiungere i traguardi desiderati con le proprie forze, senza il bisogno della raccomandazione, della ricerca del facile, morbo anch’esso della nostra società, che il dott. Morvillo considera ancor oggi macchiata dalla presenza di pregiudicati e di indagati in primissima fila presso sedi di importante rilevanza. Il procuratore, rispondendo alle domande di alcuni presenti, ha infine voluto ricordare i tragici giorni successivi all’attentato del 23 Maggio 1992, ricordando come il dolore per la perdita di suoi cari, sia andato di pari passo col desiderio di giustizia, che l’ha portato a schierarsi sempre e in prima persona in questa lunga battaglia e soprattutto, invitando i giovani presenti a seguire il suo esempio e a non arrendersi mai.