Alla fine sarà ballottaggio. Lo hanno deciso gli oltre 17mila elettori di Termini Imerese, che domenica 25 maggio non sono riusciti a scegliere a maggioranza il nuovo sindaco. Così l’8 e 9 giugno i termitani dovranno recarsi di nuovo alle urne per la decisione definitiva. A competere saranno adesso solo in due: Salvatore Burrafato, il sindaco uscente, che ha raccolto 6010 preferenza, pari al 47,06%, ma del tutto insufficienti a fargli staccare subito il biglietto di ritorno al palazzo di città, e Agostino Moscato (3964 voti e 31,04%). Nulla da fare invece per gli altri tre competitor: Luigi Sunseri, Stefano Vitale e Graziella Vallelunga, fermi rispettivamente a 2210 voti (17,31%), 527 preferenze (pari al 4,13%) e 59 consensi (0,46%).
Lunedì lo spoglio dei voti è proceduto molto lentamente. Le prime sezioni scrutinate davano in vantaggio Burrafato, seguito da Moscato, l’unico “vero” sfidante. Senza storia da subito la corsa degli altri tre. Dopo un po’ è iniziato però il testa a testa tra i primi due e solo dopo otto ore (ricordiamo che le urne si sono aperte alle 14.00) si è avuta la certezza che occorrerà un altro turno elettorale per scegliere il primo cittadino. Dicevamo dell’iniziale testa a testa Burrafato-Moscato. E’ vero, ma alle 18 sono arrivati i risultati delle sezioni più popolari (leggi Torracchio), dove il sindaco uscente è venuto fuori trionfante,
ed allora i suoi fans hanno esultato, pensando che fosse già fatta, che la differenza era ormai incolmabile. Presto però la doccia fredda degli altri risultati e le bottiglie di spumante, già stappate, sono state richiuse in fretta.
Con il proseguire dello spoglio è infatti apparsa un’altra realtà. Al giro di boa delle metà delle sezioni scrutinate (16 su 30), infatti, è subito apparso che Burrafato avrebbe sì dragato molti voti (alla fine 6010), ma assolutamente insufficiente a raggiungere il quorum utile per una vittoria piena al primo turno. Ed allora sarà ballottaggio.
Ancora più lenta la conta dei voti di preferenza per le liste, tant’è che i risultati di una sezione (la 23) sono arrivati a notte fonda, oltre le due. Primo posto al Pd, con 2252 voti (13,83%), seguito da Termini insieme (2077 voti, 12,75%), Il megafono (1803 preferenze, 11,07%), Vivere Termini (1524 voti, 9,36%), Popolari per Termini (1464 voti, 8,99%), Sicilia sì (1394 voti, 8,56%), M5s (1236 voti, 7,59%) e Futura Termini (1095 voti, 6,72%). Niente da fare, invece, per Ncd (746 voti, 4,58%), Termini la rinascita (569 voti, 3,49%), Prima Termini (545 voti, 3,35%), Articolo 4 (524 voti, 3,22%), Semplicemente Termini Imerese (427 voti, 2,62%), Nuova vita a Termini Imerese (390 voti, 2,39%), Uniamoci per Termini Imerese (212 voti, 1,30%) e Rinnovamento per l’Italia (30 voti, 0,18%), che non hanno raggiunto il quorum del 5%. Delle otto liste che sostenevano il sindaco uscente, solo cinque si candidano alla conquista dei seggi (Pd, Termini insieme, Il megafono, Sicilia sì e Futura Termini), due invece quelle della coalizione Moscato che potranno aspirare ad avere consiglieri nella nuova assemblea comunale (Vivere Termini e Popolari per Termini), come il Movimento 5 stelle, fermo al 7,59%, che parteciperà ugualmente alla distribuzione dei seggi.
Ieri sera grande festa al comitato elettorale di Agostino Moscato. Pacche sulle spalle, complimenti, abbracci e sorrisoni hanno caratterizzato i presenti. Costringere al ballottaggio il sindaco uscente è già di per sé una grande vittoria, perché adesso si pensa di giocare più ad armi pari, ripartendo da zero e senza il concorso dei candidati al consiglio comunale, che hanno contribuito a raccattare voti. Tutto chiuso, invece, nella sede di Salvatore Burrafato. E’ vero che i suoi supporter si sono dati appuntamento in un locale pubblico, lo stesso dove cinque anni fa Burrafato festeggiò la sua trionfale vittoria al primo turno, ma non c’era di certo lo stesso entusiasmo degli avversari. Andare al ballottaggio, per il sindaco uscente, non è infatti la stessa cosa che vincere subito.
Adesso tutto si baserà sui programmi e sugli eventuali apparentamenti con le liste ed i candidati rimasti al palo. E mentre Vitale sicuramente non ritornerà alla “base”, da
Burrafato, dalla cui coalizione era fuoriuscito alla vigilia delle elezioni sbattendo la porta e candidandosi da solo, l’incognita – come sempre – saranno i pentastellati. Che saranno Luigi Sunseri ed i suoi? Si apparenteranno, col rischio di essere cacciati fuori dal movimento da Grillo & c.? Si asterranno?
Oppure daranno indicazioni ai loro di votare secondo coscienza? Ed in caso di apparentamento, con chi andranno? La loro natura li porterebbe a sostenere Moscato, a cui sono vicini per idee e programmi. E se così fosse, riusciranno a iniettargli quella dose di voti sufficiente a surclassare Burrafato l’8 e 9 giugno?
In attesa delle tattiche e strategie per vincere, già da oggi i due candidati alla poltrona più alta della città saranno in movimento, alla conquista di un voto in più, quello che farà la differenza. E Termini Imerese tornerà al voto tra due settimane.