L’umana avventura nella Commedia di Dante

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Sabato 5 luglio, con inizio alle ore 19, il Centro di Solidarietà e Cultura “Il Segno” presenta “La voce tua suoni ‘l disio, a che la mia risposta è già decreta!”, l’umana avventura nella Commedia di Dante, tratteggiata dal prof. Franco Nembrini. Presidente della Federazione Opere Educative (FOE), membro del Consiglio nazionale della scuola cattolica e della Consulta nazionale di pastorale scolastica della CEI, nonché della Commissione per la parità scolastica del Ministero dell’istruzione, il prof. Nembrini nell’ultimo decennio ha tenuto centinaia di incontri pubblici, in tutta Italia e anche all’estero, dagli Stati Uniti alla Russia, passando per Spagna, Repubblica Ceca, Ungheria, Ucraina, parlando specialmente di Dante e di questioni relative all’educazione.

 

La passione per Dante nasce in Franco Nembrini (nella foto) quando a soli dodici anni, si ritrova lontano da casa per lavorare nel negozio di gastronomia di amici dei suoi genitori; una sera il proprietario gli chiede di portare in cantina delle casse di vino e lì, al buio e pieno di paure, alla sua mente ritornano quei versi della Commedia che la sua giovane insegnante di italiano gli aveva fatto imparare a memoria durante la prima media: «Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.» Già da lì il professore non avrà più dubbi: la letteratura è un uomo che cento, mille anni prima di te ha detto ciò che tu stai vivendo in quel momento, meglio di come lo diresti tu. La letteratura è la cristallizzazione dello sgorgare continuo della domanda di senso dal cuore umano. Dalla definizione al criterio metodologico il passo è corto. Dall’avventura “privata” di alcune lezioni su Dante tenute a suo figlio e ai suoi amici, in pochi anni il professore Nembrini parlerà a centinaia di ragazzi. I suoi ragazzi diventeranno universitari, molti faranno lettere, e sentiranno il bisogno di coinvolgere tutti nell’esperienza fatta. Da qui l’esperienza de “I Cento Canti”, ragazzi che leggono passi della Commedia nelle piazze, nelle chiese, nelle stazioni delle metrò. Ma ancora prima si faranno avanti le madri, incredule di fronte alla rinnovata passione dei figli per la letteratura: per loro Nembrini organizza il corso “Dante per le massaie”, i cui incontri saranno poi raccolti e pubblicati. Dante ha scritto sì, come Nembrini stesso riporta un’opera che “per comprensione del mistero della vita, del mistero dell’uomo, del mistero stesso di Dio, del mistero che fa tutte le cose, ha raggiunto vertici inarrivabili..”; ma Dante ha scritto sopratutto un’opera per tutti perchè dotata dello scopo preciso di arrivare dritta al cuore umano, per “removere viventes in hac vita de statu miseriae et perducere ad statum felicitatis” (epistola a Cangrande).

Dante è colui che settecento anni prima di noi ci mette davanti quelle questioni ultime di fronte alle quali fuggiamo con involontaria costanza e precisione, senza poterle mai far dissolvere, come un fuoco costante che incalza, da sotto la cenere. “Non avevo niente da risponderti a te che mi dicevi <<svegliati tu che dormi>> […] se non solo espressioni lente e sonnolente <<fra poco, ecco, ora fra poco>>” : Sant’ Agostino, nel suo VIII libro delle Confessiones, mostra la dinamica del cuore e dell’intelletto pigro che, di fronte alla radicalità delle questioni umane, non può eliminarle, ma solo rimandarle.

Dante è per tutti perchè costantemente ci invita a “guardare con piglio fermo quel vuoto” (scrive il poeta Montale), senza soluzioni perentorie di natura sociale, artistica né tantomeno religiosa. Dante non avrà nulla da offrirci se non un viaggio nel quale non abbassare mai lo sguardo di fronte a tale radicalità.

Da qui la scelta del titolo, tratto direttamente dal discorso tra il narratore-protagonista, l’antenato Cacciaguida e Beatrice. Di fronte alla richiesta di Cacciaguida di esprimere ciò che sente dentro Dante è confuso, perchè è certo per esperienze precedenti che le anime del paradiso conoscono i pensieri umani e ne precedono le domande: ma Cacciaguida, pur sapendo già cosa Dante chiederà (in quanto “la risposta è già decreta”) lo invita ugualmente a domandare perchè imparasse a farlo, in un vero e proprio progetto educativo.

Qui sta l’obbiettivo del viaggio di conoscenza della Commedia: imparare a tirar fuori da noi stessi le domande che ci premono maggiormente, avere una voce che suoni il disìo.