E’ stato riaperto dalla Commissione antimafia il caso di Domenico Geraci il sindacalista ucciso dalla mafia a Caccamo la sera dell’8 ottobre 1998 e per il quale a distanza di 16 anni ancora non si conoscono autori e mandanti.
Negli ultimi mesi l’appello di Pif e di tanti cittadini ha spinto la presidente della della Commissione Rosy Bindi a riaprire il caso. Domani sera, mercoledì 16 luglio la Commissione ascolterà a Roma il figlio di Mico, Giuseppe Geraci, minorenne all’epoca dell’omicidio.
Domenico Geraci era un sindacalista Uil, x consigliere provinciale del Ppi, candidato a sindaco della cittadina di Caccamo. Fu ucciso a con cinque colpi di fucile a pompa calibro 12 per mano mafiosa a 44 anni davanti la sua abitazione.
Il figlio Giuseppe quella sera, assistendo dal balcone alle fasi dell’omicidio, tentò di reagire gettando un vaso per colpire i sicari o la loro auto.
Fu lui uno dei primi testimoni ad essere accompagnato in caserma per essere sentito dai carabinieri e dal sostituto procuratore di Termini Imerese Giuseppina Cipolla. Oltre al figlio della vittima, gli inquirenti hanno ascoltato anche un amico di Geraci che si trovava con lui pochi minuti prima del delitto.
“Finalmente riaperto il caso riguardante la barbara uccisione per mano mafiosa di Mico – scrive sul suo profilo facebook il sindaco di Caccamo Andrea Galbo -. Grazie a Pif che attraverso la trasmissione “Il Testimone” ha coinvolto migliaia di cittadini Italiani a scrivere al Presidente Rosy Bindi che ha risposto puntualmente! Per la comunità caccamese un brillante risultato civile ed etico!!!”.
“Siamo molto soddisfatti di questa decisione – ha dichiarato Claudio Barone, segretario regionale della Uil -. Finalmente viene superata una condizione incredibile: speriamo che si dia così pieno riconoscimento alla condizione di vittima della mafia, come già emerge dalle dichiarazioni di molti pentiti”.