Collesano. La risposta di Marco Failla alla nota del sindaco, Giovanni Meli

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Marco Failla
I centri storici segnano il battito di un paese e animano le riflessioni elaborate sulla loro valorizzazione. Volendo dare spazio alla voce diretta dei protagonisti del confronto avviato, riceviamo e pubblichiamo la risposta di Marco Failla alla nota del sindaco di Collesano, Giovanni Meli, che, come precisatoci, attende una relazione dai docenti della facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo per fornire risposte tecniche in ordine alla scelta dei materiali adottata per il rifacimento della pavimentazione di piazza Castello e di piazza Rosario Gallo.


Gentilissimo Sig. Sindaco,

tengo a precisare fin da subito che il mio articolo, come si evince dai contenuti, non era un attacco né nei confronti della Sua Amministrazione, che anzi tanto merito ha avuto nel portare avanti il progetto di riqualificazione del Centro storico e che si è mostrata molto attenta al recupero e alla valorizzazione del Patrimonio culturale locale, né nei confronti della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo, che rispetto e con la quale sono in ottimi rapporti nel caso specifico di alcuni suoi funzionari e dirigenti. Quindi la mia presunta mancanza di rispetto nei confronti di tecnici, professori e Istituzioni non è mai stata minimamente posta in essere.

Le mie erano soltanto delle argomentazioni di carattere personale in favore della pietra come materiale più consono per pavimentare le due piazze del quartiere storico medievale di Collesano, posizione sulla quale resto fermo e convinto. Essere consulenti per il Comune non significa che non si debba esprimere le proprie opinioni! Viviamo in un Paese libero e democratico dove ognuno ha il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero, soprattutto se lo fa con garbo e senza insultare o attaccare niente e nessuno, come nel mio caso. Tra l’altro, sono più di due anni che a causa di impegni personali e lavorativi sto poco a Collesano e quindi di conseguenza sono più di due anni che non svolgo il mio incarico di consulenza gratuita. In settimana andrò a presentare la revoca dell’incarico affidatomi. Per il semplice fatto che non ha nessun senso avere un incarico ufficiale (nella realtà dei fatti poco o per nulla svolto) se non lo si può svolgere e di cui mi ero puro dimenticato.

La invito pertanto a non prendere il mio articolo come motivo di un delusione personale, perché non era e non voleva una sorta di “pugnalata alle spalle”. Non rientra assolutamente nel mio stile. Se c’è qualcuno che debba sentirsi deluso, al massimo quello sono io. Perché conosco bene la storia e le tradizioni di Collesano e soprattutto delle Madonie, dove la pietra ha avuto sempre un ruolo di primissimo piano, e per me vedere il cotto quale materiale prescelto per pavimentare il Centro storico di Collesano è stata una vera delusione. Ma, ribadisco, non è una delusione contro qualcuno, ma contro un qualcosa. Quindi, non vedo nemmeno il motivo della Sua risposta un po’ risentita.

Sul confronto diretto ha ragione, sarebbe stato certamente più costruttivo. Ma questo sarebbe dovuto avvenire prima che iniziassero i lavori. Siccome adesso è tardi, e mai avrei immaginato una pavimentazione in cotto di cui sono venuto a conoscenza se non in corso d’opera, ho voluto affidare le mie considerazioni personali ad un articolo e divulgarlo pubblicamente, ripeto, senza offendere e attaccare nessuno. Non si possono, dunque, esprimere le proprie opinioni?

Per quanto riguarda l’atteggiamento prudente da tenere in virtù della mia giovane età, La ringrazio per il consiglio ma sono pienamente cosciente di quello che faccio e soprattutto di quello che scrivo, e quando – come nel caso del mio articolo – espongo soltanto alcune mie osservazioni di natura squisitamente storica ed estetica, senza puntare l’indice contro qualcuno, penso di non avere nulla da temere.

Per quanto riguarda, infine, la mia crescita professionale, La ringrazio nuovamente ma anche in questo caso i miei modelli di crescita me li sono cercato sempre da solo, fortunatamente trovando sempre quelli più giusti. Anche io potrei “portare” (se è questo il termine corretto) tecnici e professori universitari che avrebbero potuto donarLe tanto, certamente molto di più di quello che Lei potrebbe donare a me, ma questo avrebbe avuto un senso prima, non adesso. Pertanto reputo inutile ogni forma di confronto su questo aspetto, prima perché siamo in una fase di work in progress; secondo perché non credo che la mia “crescita professionale” vada incentivata con i modelli che mi propongono terzi, ma con quelli che ho la facoltà di scegliere io; terzo perché non vorrei che alla fine debba essere qualcun’altro a dover rivedere le proprie posizioni, perché non era questo l’intento del mio articolo.

Per quanto riguarda gli errori storici e architettonici gravi da me commessi, su quello sì che mi interessa conoscere le Sue osservazioni. Le pubblichi pure, così che tutti possano leggerle e convincersi se ho sbagliato o meno. In questo caso il confronto mi interessa e mi stimola parecchio. Penso che esprimere educatamente la propria idea, alla fine dei giochi, è sempre costruttivo e che se Errare humanum est, tacere è senz’altro peggio.

Marco Failla

La prima nota di Marco Failla pubblicata su esperonews:
https://www.esperonews.it/201408081722/categoria-a-f/collesano/dillo-a-espero-centri-storici-quando-la-pietra-vince-sul-cotto.html

La replica del sindaco, Giovanni Meli su esperonews:
https://www.esperonews.it/201408091725/categoria-a-f/collesano/dillo-a-espero-la-replica-del-sindaco-meli-alla-nota-dello-storico-dell-arte-marco-failla.html

1 COMMENT

  1. Tra due opinioni diametralmente opposte,a volte la soluzione sta nel mezzo. La pietra nel rispetto delle antiche tradizioni storiche collesanesi e il cotto per rendere meglio fruibile le strade. Passare con una carrozzina o con dei tacchi alti la pietra non è una buona soluzione. Si potrebbero fare dei corridoi laterali con il cotto ed al centro la pavimentazione in pietra. La differenza fra cotto e pietra in quel contesto è sostanziale. Anche il caseggiato che sta di fronte al castello è stato ricostruito in pietra. E l’effetto è certamente meraviglioso. Poi, tutta la città medievale di Bagherino è in pietra.

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