Il nostro comprensorio ospita alcuni dei disperati che hanno attraversato il mare che separa la Sicilia dal continente africano in cerca di pace e di una vita migliore. Scappano dalla guerra e dalla disperazione. Spesso sono vittime di pregiudizi e della scarsa o addirittura errata informazione. Provengono dal Mali, Sudan, Senegal, Gana, Libia, Marocco, Gambia, Eritrea, Siria. Sono accolti nei C.a.r.a., Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo e sono gestiti da alcune cooperative. In questo momento sono circa 400 e sono presenti a Petralia, Isnello, Geraci Siculo, Castellana Sicula, Termini Imerese. Uno spirito di solidarietà che rende grandi le nostre comunità
di Dario Barà
Il dramma degli ultimi mesi passa purtroppo ormai quasi inosservato. I telegiornali passano velocemente in rassegna il bollettino del giorno su quanti sono gli immigrati che stanno per arrivare sulle nostre coste, da dove provengono e dove verranno fatti sbarcare. Diverse migliaia di uomini disperati che ogni giorno attraversano il mare che separa l’Africa dalla Sicilia in cerca di pace, di una vita migliore, scappando da guerra e disperazione. Il viaggio, quasi un’odissea, di cui il tratto percorso sui barconi della speranza rappresenta solo l’ultimo di un cammino lunghissimo.
Il deserto, la Libia (in cui si lavora fino allo sfinimento o si è fatti prigionieri) e infine il mare e poi “Terra!” per chi ha la fortuna di arrivare. Ma quanti di loro hanno lasciato la speranza nel profondo del nostro mare Mediterraneo? Forse non lo sapremo mai.
E anche i sopravvissuti diventano a poco a poco numeri da snocciolare ogni giorno dimenticando che si tratta di persone, ognuna con la propria storia, la disperazione, la guerra fino a quando non accade purtroppo un nuovo dramma. E allora i media si risvegliano e ne parlano ma poi tutto viene nuovamente inghiottito nella routine quotidiana. Un numero lontano. Ma la loro disperazione non è lontana da noi.
Ricorderemo tutti le ultime tragedie in cui più di una cinquantina di persone è rimasta soffocata nello scafo o l’altra tragedia in cui sono morte una sessantina di persone durante le operazioni di salvataggio che hanno causato l’incendio del barcone. Abbiamo tutti ancora negli occhi quelle drammatiche immagini. Ma non sappiamo che forse quel dramma oggi fa parte della nostra storia, del nostro territorio, a poca distanza dalle nostre case. Si perchè il nostro comprensorio è un territorio accogliente e ospita con grande cuore alcuni dei sopravvissuti di quelle stragi e di altri viaggi disperati, uomini di ogni nazionalità: Mali, Sudan, Senegal, Gana, Libia, Marocco, Gambia, Eritrea, Siria. Sono presenti in questo momento in alcuni comuni come Petralia, Geraci, Castellana Sicula e Isnello, Termini Imerese circa 300-400 migranti in diverse strutture.
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