Dopo la cena alla pinacoteca, continuano le manifestazione di indignazione dei cittadini per l’incredibile episodio, che ha visto la sera del 2 settembre un noto ristorante termitano apparecchiare tavoli per 100 coperti all’interno del museo civico. Ora è la volta dell’associazione In altri Termini, che ha diffuso un documento di protesta dal titolo significativo: “Affamati di cultura”. “Stupore, rabbia e tristezza” sono gli appellativi che il sodalizio ritiene di attribuire all’episodio.
“Ci associamo – si legge nell’atto diffuso nelle scorse ore – a tutte le altre voci che oggi si alzano per denunciare la vergognosa ‘privatizzazione’ di un bene pubblico come il nostro Museo Civico, dove ieri ha avuto luogo una cena organizzata da uno dei vari service club della città”. A lasciare stupiti i componenti dell’associazione In altri Termini, non è stata tanto l’idea dei membri del club service, “ma la velocità (leggere: superficialità, noncuranza, approssimazione) con cui è stato dato il placet a tale richiesta tanto originale quanto irrealizzabile”. Perché un bene pubblico “non può e non deve essere adoperato a uso e consumo di chi lo gestisce”.
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Uno dei modi per implementare le entrate nelle casse dei comuni, e molti già lo stanno facendo, è affittare per una sera un castello, una villa, un museo dietro lauto pagamento.Penso che solo così si possono seriamente aumentare le entrate. Il castello ad esempio può tranquillamente affittarsi a 4 mila euro al giorno per cene di gala e matrimoni. Pensate quanti soldi risparmieremmo…..Se questo service ha pagato, vorremmo sapere quanto e se questo corrisponde ai prezzi di mercato. Se invece ciò non è stato fatto, ma ha rappresentato solo un costo di personale, luce etc ci piacerebbe capire quale giusta causa lo ha determinato.
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