Dopo l’incontro al Ministero tra sindacati e Grifa e le critiche da parte della Fiom gli operai Fiat e dell’indotto sono tornati ieri a riunirsi davanti ai cancelli dello stabilimento.
Il piano Grifa, che prevede investimenti per 350 milioni di euro e l’assunzione entro il 2018 di 476 operai su 770 di Fiat e Magneti Marelli, attingendo dalle liste di mobilità, non convince i sindacati.
A dicembre la cassa integrazione in deroga scadrà e non ci sono altre prospettive se non il licenziamento se non diventerà in poco tempo realistico un progetto di rilancio dell’intera area industriale. Le lettere di licenziamento potrebbero partire già a metà ottobre.
Per il sindacato dei metalmeccanici però non vi sono le condizioni per raggiungere un’intesa se non si garantisce l’occupazione per tutte le 1100 tute blu.
“Nei prossimi giorni ci sarà una riunione al ministero del Lavoro – ha dichiarato il segretario regionale dei metalmeccanici della Cgil, Roberto Mastrosimone – e chiederemo di valutare la possibilità di avviare i prepensionamenti per gli operai che ne hanno i requisiti, la continuità del rapporto di lavoro senza passare dai licenziamenti e garanzie per l’indotto. Se queste tre condizioni non saranno rispettate, non ci sono margini di trattativa”.
Dubbi anche sulla possibilità di interesse da parte di una impresa cinese annunciata dal premier Renzi durante la visita nella cittadina imerese di pocghe settimane fa ma che non è discussa ai tavoli ministeriali.
Non è più il tempo delle proroghe ma di un progetto serio da perseguire altrimenti non ci sarà alcun futuro per le tute blu.