Nelle prime ore di ieri mattina, la Polizia di Stato e i Carabinieri, ha arrestato il 31enne Massimiliano Fiore, il 33enne Francesco Castelli, il 37enne Giacinto Grimaldi e il 22enne D.M. P., tutti pluripregiudicati palermitani, ritenuti responsabili dei reati di resistenza a pubblico ufficiale, porto di strumenti atti allo scasso e ricettazione.
I quattro sono stati bloccati dai poliziotti e dai Carabinieri di Cefalù dopo un lungo inseguimento sull’autostrada A19 Palermo-Catania, in direzione Palermo.
All’altezza dello svincolo di Scillato, una vettura BMW, con a bordo I quattro giovani, è stata notata sfrecciare ad alta velocità, nelle prime ore della mattinata.
Due pattuglie del Commissariato e ei Carabinieri hanno così inseguito la vettura, intimando l’ALT per effettuare un controllo.
I giovani non si sono fermati ed è nato un rocambolesco inseguimento che si è concluso in viale Regione Siciliana, all’altezza della rotonda “Oreto”, dove i malviventi si sono visti sbarrati la strada dalle volanti di polizia e gazzelle palermitane, nel frattempo allertate.
Una volta circondata l’autovettura ed impossibilitati a fuggire, i giovani palermitani hanno cercato di ostacolare il lavoro delle Forze dell’Ordine, tentando di sottrarsi alla cattura.
Sono allora scattate le perquisizioni personali, del veicolo e delle rispettive abitazioni, i quattro sono stati trovati in possesso di un vero e proprio “arsenale” di strumenti atti allo scasso, nonché di fiamme ossidriche e di passamontagna.
Ad attirare l’attenzione degli agenti e dei militari è stato, soprattutto, un disturbatore di frequenze telefoniche, comunemente detto “jammer”, strumento di ultima generazione in grado di inibire ai telefoni cellulari la ricezione o la trasmissione di segnali, così da renderli completamente inefficaci, impedendo di fatto la richiesta di intervento delle Forze dell’Ordine.
Il ritrovamento del notevole bagaglio di strumenti di effrazione ha lasciato ipotizzare agli investigatori che i quattro palermitani potessero essersi resi responsabili di un “colpo”, oltre provincia.
Le indagini ad ampio raggio compiute hanno accertato che a Biancavilla, in provincia di Catania, zona dalla quale i malviventi si sarebbero immessi lungo l’autostrada, fosse stato compiuto un grosso furto presso una tabaccheria dove era stata sfondata una vetrina con un ariete.
Gli investigatori sono alla ricerca di elementi utili al fine di accertare il coinvolgimento dei fermati ai fatti di Biancavilla.
L’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto dei quattro malviventi ed ha disposto per il solo D.M.P. l’obbligo di dimora. Gli altri tre sono stato accompagnati in carcere.