Dall’esterno appariva come un normale villino immerso nella natura, ideale per vivere la tranquillità della campagna casteldaccese e, per ironia della sorte, sito a brevissima distanza da un noto centro di preghiera; insomma, apparentemente una location perfetta per godersi la meritata pensione.
Ed invece era divenuto, ormai da qualche mese, una casa di appuntamenti piuttosto attiva e frequentata, fino alla brusca interruzione delle attività dovuta al blitz di ieri pomeriggio dei Carabinieri di Casteldaccia e di Bagheria, che hanno arrestato in flagranza per i reati di reclutamento, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, in concorso, una coppia di pensionati, che lì avevano anche stabilito la propria dimora. Si tratta di Giuseppe Montesanto, 72enne nato a Casteldaccia che gestiva materialmente l’attività reclutando la “manodopera”, curandone il trasporto presso la casa, procacciando la clientela e ponendo a disposizione i locali dietro compenso in denaro e della 66enne termitana Santa Rizzotto che si occupava della “gestione logistica” dell’attività, provvedendo al cambio delle lenzuola al termine delle prestazioni, ed addirittura cucinando il pranzo per le donne che erano in attesa dell’arrivo dei clienti.
I militari da qualche tempo avevano avuto il sentore dell’attività illecita che avveniva nella contrada Dagale di Cavallaro. Per questo, nelle scorse settimane avevano effettuato numerosi servizi di appostamento, che avevano consentito di documentare con certezza l’attività di prostituzione organizzata, così come il folto ricambio delle donne che esercitavano il meretricio, italiane e straniere, e la fitta clientela “trasversale”, dei più disparati ceti sociali, proveniente dalla fascia costiera della provincia palermitana. E l’irruzione di ieri pomeriggio non ha fatto che confermare appieno le impressioni.
I Carabinieri hanno constatato l’esistenza di tre appartamenti, indipendenti e perfettamente equipaggiati, composti da bagno, camera da letto e soggiorno. Due di questi, situati al piano terra, venivano utilizzati per le prestazioni sessuali a pagamento, mentre quello al primo piano, normalmente abitato dai due pensionati, veniva anche utilizzato dalle “lavoratrici” che, in attesa della clientela, vi consumavano i pasti preparati dalla donna. Al momento del blitz gli uomini dell’Arma hanno trovato all’interno della casa e identificato tre donne che esercitavano la prostituzione: una 21enne italiana, una rumena di 41 anni e una giovane marocchina di 28 anni oltre a un cliente, un pensionato bagherese.
I militari hanno inoltre accertato il costo per ogni prestazione sessuale, che si aggirava sui 70 euro di cui 50 venivano consegnati alle donne e 20 a Montesanto, e repertato un cospicuo materiale “di consumo” e biologico, rinvenuto nei due appartamenti al piano terra.
I i due mini appartamenti della casa gialla “a luci rosse”, sono stati posti sotto sequestro, mentre gli arrestati, dopo le operazioni di rito presso la caserma di Bagheria, sono stati accompagnati presso l’altro mini appartamento, dove hanno trascorso la notte agli arresti domiciliari prima di essere condotti, nella mattinata odierna, presso il Tribunale di Termini Imerese per essere giudicati con rito direttissimo durante il quale è stato convalidato l’arresto dell’uomoe disposi gli arresti domiciliari, mentre per la donna è stata disposta la sola misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e rimessa in libertà.