Effetto domino: dopo Ficile, lascia anche Meli

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La vicenda del distretto turistico Cefalù-Madonie-Himera, tra accuse e ricorsi, sta segnando il territorio, in maniera sempre più marcata, ormai da mesi. Un clima surriscaldato quello che vi si agita attorno, che ha già avuto un primo effetto a sorpresa con l’annunciata decisione di Alessandro Ficile, ai microfoni di Radio Panorama nel corso della trasmissione di approfondimento, “Il Punto della Settimana”, curata dalla redazione della rivista Espero, di non ripresentare la sua candidatura alla presidenza di So.Svi.Ma. il prossimo aprile, quando scadrà il mandato. «Spero che questa mia scelta contribuisca ad abbassare i toni della polemica sul Distretto Turistico» ha sottolineato Ficile.


Una vicenda che si snoda tra diversi aspetti formali i quali, dai diversi angoli visuali delle parti in contesa, nasconderebbero la vera sostanza delle azioni messe in campo. Occorrerà capire cosa vi sia dietro: legalità violata o guerra sotterranea per destabilizzare e individuare nuovi assetti?

In coda all’annuncio di Ficile, un altro abbandono è stato comunicato con una mail indirizzata ad Espero. Autore della missiva, Giovanni Battista Meli, sindaco di Collesano e vicepresidente dell’Ente Parco delle Madonie. Meli, in So.Svi.Ma. già prima della sua elezione a sindaco tra i rappresentanti della parte privata, è stato da sempre legato a Ficile.

«Grande è la delusione e lo sconforto – esordisce Meli – dopo aver appreso la notizia delle dimissioni di un grande uomo e un grande madonita come Alessandro Ficile. Vince la cattiveria, vincono i mediocri senza scrupoli, vince chi aveva deciso di distruggere quello che faticosamente era stato costruito». E continua: «Gli ideali veri, di forte e orgogliosa identità e appartenenza ad un territorio di rara bellezza, lasciano spazio alla vecchia e distruttiva politica e al pressappochismo di uomini vuoti di ideali e di spirito». Questi i presupposti della sua decisione: «Sono questi i motivi che spingono anche me ad abbandonare il ruolo di vice presidente del Parco Delle Madonie. Lunedì mattina le mie irrevocabili dimissioni».

Irrevocabili come quelle di Ficile che ha precisato di non voler ritornare indietro sulla sua decisione. «Non credo – precisa Meli – che ci sia ancora spazio per poter immaginare nuovi possibili scenari di condivisione territoriale. Esistono persone che aggregano e costruiscono… esistono uomini nati soltanto per infamare e dividere. Il mio è un piccolo sacrificio, messo in atto per rivendicare un grande e grave atto di prevaricazione istituzionale e politica. Tutto si è consumato nella generale indifferenza politica e istituzionale… dove sono i miei colleghi che tanto hanno ricevuto e tantissimo hanno chiesto e ottenuto. Poco, troppo poco il comunicato dei 27 sindaci…» riferendosi alla nota congiunta dei sindaci e del Parco delle Madonie, diramata il 4 novembre scorso, con cui venivano espresse contrarietà «alla denigrante e diffamatoria campagna di stampa» e solidarietà «nei confronti del presidente del consiglio d’amministrazione, Alessandro Ficile» riservandosi il ricorso alle vie giudiziarie. E continua: «Bisognava dare di più… molto di più».

Ringraziando Ficile («grazie ad un grande amico e ad un uomo insostituibile che i madoniti non finiranno mai di ringraziare e che presto tutti rimpiangeremo») esprime il punto di vista di quanti stanno con il presidente di So.Svi.Ma.: «Hanno provato e provano ancora a far credere che siano stati commessi gravi reati penali e anomalie burocratiche insanabili… È una sottile strategia messa in atto da menti sopraffine, utile denigrare chi si considera avversario politico. Serve a mascherare i propri fallimenti personali e le proprie frustrazioni. Ci si aggrappa e si utilizza la menzogna con abilità diabolica. L’arma della diffamazione viene tirata fuori nell’estremo e disperato tentativo di riuscire a restare a galla».