Ultime ore decisive per la sorte occupazionale degli operai della ex Fiat e dell’indotto. Sindacati, imprenditori e rappresentanti dei governi nazionale e regionale stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli perché, se tutto dovesse andare secondo i piani, lo stabilimento di Buonfornello finisca in mano alla Blutec, l’ultima spiaggia per Termini Imerese.
Blutec è il nome scelto da Metec, la società di automotive di Roberto Ginatta, per individuare la compagnia che dovrebbe rilevare l’impianto siciliano. L’obiettivo? Un investimento di quasi 300 milioni di euro per produrre auto ibride entro il 2018, assorbendo quasi tutti gli ottocento lavoratori ex Fiat e indotto. Ma sarà davvero così? Il dubbio rimane, perché il piano previsto per Termini Imerese prevede una mobilità volontaria da parte di Fiat per 140 operai ed il licenziamento al 31 dicembre degli altri
lavoratori, che saranno subito assunti da Blutec il primo gennaio. Parallelamente scatterà pure la cassa integrazione per riconversione industriale in due annualità, con eventuale proroga per altre due. E poi si vedrà. Ed è proprio qui che rischia di incepparsi il meccanismo, perché nulla vieta che l’operazione Blutec non sia altro che l’ennesima furbata per “parcheggiare” centinaia di ex lavoratori in attesa che maturino i tempi per la pensione. Il tutto a danno dei contribuenti. Eh già, perché se ci fossero stati soldi veri, investimenti reali; se ci fossero stati finanziamenti corposi da parte di mamma Regione o papà Stato, ci sarebbe stata la fila di (sedicenti) imprenditori, pronti a rilevare lo stabilimento siciliano, pur di “ammuccarsi” i soldi pubblici. Invece, per salvare poche centinaia di posti di lavoro, bisogna ricorre a trucchetti degni del mago Silvan.