Oggi è stata recapitata presso l’abitazione di uno stretto collaboratore del sindaco Giovanni Battista Meli e tra gli artefici del suo progetto politico fin dal 2010, una missiva anonima con la quale si minaccerebbero l’incolumità personale, della moglie e dei figli.
Questo a distanza di appena 48 ore dalla ricezione di un’altra missiva anonima indirizzata direttamente al sindaco. Informate le Autorità, si attendono nuovi sviluppi. Quasi certamente, nel pomeriggio di domenica 25 gennaio sarà indetto un consiglio comunale straordinario per discutere dei fatti denunciati.
Meli, in una nota sul sito del Comune, ha precisato trattarsi della stessa mano «e la strategia intende raggiungere lo stesso obiettivo criminale. Quanto accade – continua Meli – conferma ancora di più che Collesano non deve abbassare la guardia e dovrà continuare a difendersi con maggiore perseveranza senza lasciarsi intimorire dai vigliacchi che sanno soltanto nascondersi dietro l’anonimato».
E continua: «Sono, infatti, proprio questi i momenti che devono tenere unita una comunità sana nell’interesse generale non di una parte politica ma di tutte le Istituzioni». Aggiunge un passaggio personale: «Spero di essere creduto quando dico che il senso di amarezza ha raggiunto un livello così alto da indurmi ad abbandonare il mio ruolo. Ma so che se così fosse, non io, ma la comunità intera perderebbe il diritto di pensiero e di libertà. Finiremmo, tristemente, per dare ragione a chi ha come unico obiettivo l’intimidazione mafiosa e la destabilizzazione del nostro paese. Evidentemente – chiosa Meli – abbiamo ben operato per scatenare tanta rabbia e tanta cattiveria; evidentemente abbiamo dato fastidio a chi è stato ostacolato, a chi ambisce ad occupare ruoli istituzionali decisionali in grado di soddisfare interessi che nulla hanno a che fare con i principi basilari di legalità e rispetto delle regole istituzionali».