Raccolta differenziata: è polemica tra l’ambientalista Giusy Cicero e il sindaco Giovanni Meli

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In questa storia di “lunghe note” tornano alla ribalta i rifiuti. Il riferimento, in particolare, è alla raccolta differenziata che Giusy Cicero bolla come “sistema sotto mentite spoglie”. Cicero, da cinque anni residente a Collesano, è insegnante di yoga e attivista nel settore ambientale, vicepresidente di Zero Waste Sicilia, associazione regionale non profit e, ancora, «dentro – dichiara – il movimento nazionale legge Rifiuti Zero e in più rivesto il ruolo di vicepresidente dell’Osservatorio Rifiuti Zero di Alcamo».


In una nota pubblica snocciola i suoi interrogativi sulla realtà collesanese di raccolta differenziata (RD) richiamando il 2011, anno in cui l’attuale amministrazione, guidata da Giovanni Battista Meli, aderisce alla Strategia Rifiuti Zero (SRZ), avviando la raccolta porta a porta «estesa – dice Cicero – su tutto il centro abitato e prevedendo per le contrade la raccolta di prossimità stradale, vale a dire i “cassonetti” per l’indifferenziato; se poi il cittadino attento all’ambiente vuole differenziare i materiali post consumo, potrà recarsi in 4 punti del centro urbano dove sono ubicati cassonetti per poter conferire i materiali, i cosiddetti “ecopunto” che di eco hanno molto poco detto tra noi».

L’impegno con la SRZ, metodo fondato da Paul Connet a livello internazionale e promosso in Italia da Rossano Ercolini di Capannori, era quello «di seguire un percorso virtuoso per poter giungere in un paio di anni al 65% di raccolta differenziata. Tra le prime azioni che dovevano seguire l’inizio del percorso verso Rifiuti Zero c’erano il centro comunale di raccolta (CCR) – continua Cicero –, le isole ecologiche e la scomparsa dei cassonetti stradali. A seguire si sarebbe dovuto realizzare il progetto di un negozio “ecopunto” con Centro di Riparazione e Riuso». E continua: «Da ambientalista sarei stata più che felice di vedere la rimozione dei cassonetti stradali, perché quella è la sola mossa vincente che un comune può adottare se vuole davvero aumentare la percentuale di RD ed abbattere i costi. A Collesano si pratica un sistema detto “misto” per la gestione della raccolta dei rifiuti: il PaP (porta a porta) e i cassonetti! Questi ultimi – sottolinea – rappresentano un metodo obsoleto e la scelta peggiore per non abbattere i costi. Perché? Semplice, si paga il servizio alla società di gestione sia per lo svuotamento dei cassonetti che per il servizio PaP. Tanti cittadini finchè saranno presenti i cassonetti usufruiranno di entrambi i servizi e questo fa aumentare la percentuale dell’indifferenziato».

Punta il dito anche sull’informazione per i cittadini: «Si è svolta solo inizialmente, dopo sono stati abbandonati a se stessi; i cassonetti che dovevano diminuire sono aumentati, i controlli che inizialmente venivano effettuati grazie al consulente di allora (Luca Boccalatte, n.d.r.), diventati totalmente inesistenti…». E aggiunge: «Niente CCR, niente Ecopunto… abbandonato nel nulla il progetto iniziato delle isole ecologiche… ne esiste solo una alle porte di Campofelice perché quella di Calzata (in prossimità di Lascari, n.d.r.) non può essere definita isola ecologica… risultato: la RD anziché aumentare è diminuita, fallendo completamente su tutte le aspettative che il sindaco nei suoi proclami aveva annunciato e mai smentito. Inoltre – continua – la RD della nostra comunità, da mesi sta finendo tutta in discarica perché la società di gestione a causa dei crediti che avanza nei confronti di altri comuni, non ha soldi per pagare le piattaforme di conferimento e solo da mercoledi 4 febbraio è stata firmata una convenzione tra la nostra amministrazione e la LVS per poter andare a conferire la RD nella loro piattaforma».

Il dubbio ulteriore risiede qui: il pagamento della piattaforma, in questo caso gestita dalla società LVS, per ricevere i materiali consumati e già differenziati a monte dai collesanesi. Cicero riporta una nota della stessa LVS secondo cui «in talune occasioni i rifiuti sono qualitativamente scarsi (inquinati da altri rifiuti) per cui se occorre una prepulizia, ci vediamo costretti a chiedere il pagamento di detto servizio, ma se idonei al riciclo, quindi con le caratteristiche che i Consorzi richiedono, li riceviamo senza alcun onere». E allora, chiude il ragionamento Cicero, «”i rifiuti sono qualitativamente scarsi” perchè ci sono cittadini che non differenziano ed essendoci una mancanza di controlli questo è il risultato! Durante il resoconto pubblico del suo primo anno di amministrazione Meli dava il 50% per la RD mentre i dati forniti dal Presidente del consiglio, Nello La Russa, ad ottobre, per il periodo 2010-2014 indicavano un massimo di percentuale di RD di poco più del 40% raggiunto a maggio 2011. Da allora i dati sono andati a diminuire sempre più fino alla sconfortante e amara verità che materiali, che ripeto, sono risorse quando differenziati bene, hanno finito il loro ciclo di vita in discarica fino a domenica 8 febbraio 2015!»

E le responsabilità? Chiosa Cicero: «Le responsabilità non stanno mai da una sola parte. Sicuramente c’è il cittadino poco attento all’ambiente, poco responsabile del bene comune ed abbandona ingombranti nel suolo pubblico quando va bene… è pigro per fare la RD non essendoci controlli non rischia nulla, pur usufruendo di un servizio PaP va a conferire nel primo cassonetto stradale e così gioca al gatto che si morde la coda perché ne risentirà anche la sua economia poichè il costo dello smaltimento in discarica lievita. La società di gestione avrà tutte le sue responsabilità, ma l’amministrazione dove è stata?»

La risposta di Meli non si è fatta attendere: «Aver aderito al protocollo internazionale “Strategia Rifiuti Zero” non vuol dire risolvere il giorno successivo tutte le tragedie ambientali che affliggono la nostra bellissima terra. L’esempio più evidente è l’adesione a strategia RZ da parte del Comune di Napoli. In occasione dell’ingresso ufficiale» nel corso «del convegno nella Città di Capannori…era presente proprio il Prof. Paul Connett, per nulla scandalizzato…». E continua: «Non è un errore… parliamo di Napoli, la città simbolo del malaffare ambientale e delle eco-mafie. Una realtà difficilissima, dove il semplice tentativo di applicare le buone pratiche si scontra con una realtà pericolosissima che racconta di centinaia di omicidi e di fortissimi interessi camorristici che ostacolano con ogni mezzo anche i semplici tentativi di razionalizzare un sistema marcio alla radice».

Meli richiama Napoli e la figura dell’attivista («sono persone meravigliose che ogni giorno mettono in pratica i loro ideali con uno spirito costruttivo e collaborativo che va oltre i confini dell’immaginazione. Sono persone che in molti casi hanno deciso di stare accanto a chi amministra una comunità, sostenendoli in modo intelligente, concreto, costruttivo, professionale, sincero, leale…») e paventa, fra le righe, un intervento non disinteressato della Cicero («non hanno doppi fini, non fanno politica, comprendono le difficoltà e le affrontano concretamente mettendosi in gioco in prima persona. Gli attivisti sono severi ma mai faziosi e mettono da parte il fanatismo ambientale e la contrapposizione ad ogni costo, capendo bene che non contribuirebbe a far crescere la comunità e a migliorare l’ambiente… Gli attivisti non ‘inquinano’ il rapporto scendendo a livelli bassissimi… con chi ha il difficile compito e la responsabilità di adoperarsi per il complicatissimo cambiamento»); ancora, con riferimento velato alla stessa Cicero, chiama in causa le difficoltà in cui i comuni si trovano a dover operare in Sicilia.

«Gli attivisti, prima di dare fiato alla bocca, analizzano la realtà impiantistica messa a disposizione dei cittadini e degli amministratori, comprendendone le eventuali difficoltà per poi non esprimere mai giudizi sommari, ma al contrario, per riflettere con serenità obiettiva. Gli “attivisti” locali, quando decidono di raccontare qualcosa, dovrebbero raccontare la verità e sanno bene che la percentuale di raccolta differenziata ufficiale non tiene conto di quello che i cittadini effettivamente differenziano all’origine». E aggiunge: «Sanno bene che la percentuale di RD è collegata alla necessaria presenza di impianti aperti, funzionanti ed esistenti..perchè e li che avviene il calcolo vero del differenziato trasferito e ne calcolano il peso e la percentuale. Se, infatti, si pubblicassero i dati “dell’attività attiva” degli impianti che questa Regione mette a disposizione dei comuni, probabilmente quella percentuale che qualcuno ha indicato, assumerebbe un significato diverso grazie ad una riflessione serena, obiettiva e non frutto di reazioni emotive schizofreniche e destabilizzanti».

Quindi si rivolge ai cittadini, chiamando in causa la “dote” culturale della raccolta differenziata anche in un contesto non ottimale quale quello regionale: «Ai cittadini dico: potevamo interrompere la RD?…. Abbiamo deciso, credo responsabilmente, di non farlo…il danno culturale sarebbe devastante e come Sindaco non avrei il coraggio e non avrei argomenti per giustificare una scelta così difficile…non perchè temo il confronto con voi grandi…. ma ciò che veramente temo è il confronto con i piccoli… vera speranza per il nostro futuro. Non possiamo rischiare di tradire le loro legittime aspettative… Sappiamo bene – continua – che questa triste realtà, ci rende impotenti contro un sistema collaudato e incide negativamente rispetto a delle scelte difficili da sostenere. Si rischia di vanificare gli sforzi fatti e la possibile condivisione di ciò che viene proposto in alternativa alla cittadinanza. Non è facile infatti, da Amministratore, far capire ai cittadini che la raccolta differenziata va fatta a prescindere. Non è facile far capire che, in ogni caso, dobbiamo fare il nostro dovere, siamo ospiti di questa terra… Differenziare e recuperare i materiali, a prescindere da chi opera e decide altrove e ha responsabilità oltre la nostra competenza locale…..credo debba essere una regola imprescindibile».

E chiosa: «Purtroppo ad oggi il sistema misto (RD e cassonetti) diventa, a nostro modestissimo giudizio, il male minore e necessario, almeno fino a quando non avremo la certezza del conferimento certo del differenziato andato a buon fine. Qualcuno è anche libero di pensarla diversamente…ma nessuno è “portatore sano” di soluzioni e verità divine. Infatti, se è vero che molti cittadini hanno deciso di differenziare non ponendosi la problematica della sicura destinazione finale dei materiali, dando valore soltanto al proprio senso civico e alla propria coscienza…altri non accettano questo ragionamento e pretendono di avere un’alternativa di conferimento. Può accadere, però, di incontrare lungo la tua strada chi si trova li, in attesa dell’occasione utile per mettere in atto il facile, ma soprattutto inopportuno, “sputtanamento”». Ricorda, infine, l’avvio a breve dell’A.R.O. «associazione di tre comuni, Collesano, Isnello, Gratteri, da noi proposto e che finalmente ci darà la possibilità di autogestire “quasi” in autonomia la raccolta e la gestione del servizio» staccandoci così «dal sistema che abbiamo subito».

Nella polemica, che sembrava essersi conclusa, si è oggi inserita la lettera aperta al sindaco Meli, scritta da Beniamino Ginatempo, presidente di Zero Waste Sicilia e la cui vice è, appunto, Giusy Cicero. «Tutte le decine di soci-attivisti e le centinaia di nostri simpatizzanti – scrive Ginatempo – per questi obbiettivi si battono con passione civile e, penso di poterlo affermare con assoluta confidenza, senza secondi fini, senza interessi personali. Ci rispecchiamo quindi in una sua definizione di attivisti, cioè coloro che “non hanno doppi fini, non fanno politica, comprendono le difficoltà e le affrontano concretamente mettendosi in gioco in prima persona”». E continua: «Da questo punto di vista, il sindaco di Collesano e Zero Waste Sicilia mi pare abbiano le stesse finalità e dovrebbero essere alleati».

Richiamando lo scambio di note tra Meli e Cicero, aggiunge: «Ora, non per una difesa d’ufficio, vorrei precisare alcuni fatti e consentire a tutti di abbassare i toni che si sono fatti incomprensibilmente ed inaccettabilmente alti, e hanno fatto degenerare una diversità di vedute in deprecabili attacchi personali. La Sig.ra Cicero – continua – tira fuori dei numeri, cita fatti che hanno la forza dell’evidenza: nonostante l’impegno sottoscritto con la delibera Rifiuti Zero dall’amministrazione comunale, Collesano è purtroppo ancora lontana dagli obbiettivi progettati. A torto o a ragione ne individua la causa in errori od omissioni dell’amministrazione. In tal senso le sue osservazioni, al di là di toni che potrebbero ad alcuni sembrare polemici, sono assolutamente in linea con le finalità dell’associazione, fra cui rientra il pungolo alle istituzioni per spingerle a fare sempre meglio e a non adagiarsi sui successi ottenuti».

Quindi, citando il sistema regionale di gestione dei rifiuti, precisa che Meli «ha buone giustificazioni dalla sua parte» perché questo sistema «sia per le carenze normative che impiantistiche, per inerzia e incapacità – quando non connivenza e dolo – della politica, è costruito per far finire in discarica tutti i materiali recuperabili. È indubbio che un piccolo comune come Collesano, ancorché possa trovare alleati in piccoli comuni viciniori e/o nella propria SRR, è come Davide che deve battersi contro il gigante Golia, contro gli enormi interessi economici di chi con i rifiuti incassa centinaia di milioni l’anno, e che vede ridursi questi incassi per ogni chilogrammo di materia recuperata». Alla luce di ciò “mette a disposizione” la Zero Waste Sicilia che «sarà in prima linea con Lei, e Le garantiamo sin d’ora tutto il supporto possibile affinché Collesano e la Sicilia tutta possano intraprendere strade più virtuose nella gestione di queste risorse pubbliche, che l’attuale sistema aliena a favore di speculatori con pochi scrupoli».

Ma, chiosa, lontano da intenti polemici che, tuttavia, Meli non è stato esauriente nella replica alla Cicero: «Cosa replica Ella agli incontrovertibili dati numerici presentati dalla sig.ra Cicero? A buon diritto rivendica il merito dei successi parziali ottenuti, lavorando in condizioni difficili se non impossibili, ma interpreta il pungolo e le critiche come un attacco personale e sul piano personale reagisce, passando, se mi permette, dalla parte del torto. La sua piccata risposta tratta la Sig.ra Cicero, senza mai nominarla, come una avversaria, quando dovrebbe essere una sua alleata».