Truffa ai risparmiatori. Arrestato a Termini Imerese ex direttore delle Poste

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Lo scorso 19 febbraio i carabinieri della stazione di Valguarnera Caropepe e della sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Enna hanno arrestato a Termini Imerese un uomo di 47 anni, già direttore dell’ufficio postale di Valguarnera Caropepe.
In cinque anni, dal 2008 al 2013, avrebbe messo a segno una maxi truffa ai danni dei risparmiatori per un valore complessivo di 2,5 milioni di euro.

L’uomo è stato arrestato con l’accusa di peculato, truffa aggravata, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e uso abusivo di sigilli.
I militari gli hanno notificato l’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale del Riesame di Caltanissetta e diventata esecutiva a seguito della sentenza della Cassazione. Le indagini, dirette dal pm Francesco Rio, sono scattate dopo una segnalazione dell’ufficio Tutela aziendale – Fraud Management di Poste Italiane, che nell’aprile 2013 ha comunicato l’esistenza di attività fraudolenta presso l’ufficio postale dell’ennese.
Dalle indagini era emersa la simulazione di sottoscrizione di prodotti di investimento e conseguenti attività illecite su altri prodotti finanziari. Le prime indagini, così, hanno messo in luce che dal 2008 al 31 dicembre 2013, l’ex direttore, anche in periodi successivi alle sue dimissioni, aveva architettato e portato a termine una maxi truffa ai danni dei risparmiatori, per lo più persone anziane, che affidavano i loro soldi all’azienda per investirli.
In particolare, l’ex manager avrebbe consegnato alle proprie vittime dei moduli di sottoscrizione fondi apparentemente autentici. Quindi, poco dopo avere incassato le somme, creando falsi libretti di risparmio, stornava le cifre su conti correnti nella sua disponibilità, accesi presso alcuni istituti bancari, prelevando il denaro in contanti e facendone sparire le tracce.
In cinque anni l’uomo sarebbe dunque riuscito a mettere a segno 33 colpi per un valore complessivo di 2,5 milioni di euro. Il pubblico ministero titolare delle indagini, ha contestato all’uomo 56 capi di imputazione, per i quali prima il Tribunale del Riesame di Caltanissetta e poi la Corte Suprema di Cassazione hanno ritenuto giustificata l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.