I tecnici dell’Enel erano andati in piazza Sant’Antonio, in centro a Termini Imerese, per riparare un guasto alla linea. Ma oltre ai cavi elettrici, scavando per pochi metri, hanno trovato due sepolture romane, risalenti alla ricostruzione di Thermae Himerae dopo il saccheggio dei cartaginesi nel quinto secolo avanti Cristo.
Una scoperta inaspettata che è tornata alla luce grazie all’intervento della Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Palermo documentata dall’archeologa Monica Chiovaro.
Già nel 1914, nell’area della piazza Sant’Antonio, erano state fatte scoperte di notevole interesse.
La prima era costituita da un sarcofago realizzato in lastre di marmo, sormontato da due tegoli piani disposti «alla cappuccina» (spioventi), inglobati in una copertura in impasto cementizio, che ricorda una tipologia funeraria già attestata nella necropoli termitana. All’interno della tomba sono stati rinvenuti resti molto consunti delle ossa lunghe delle braccia e delle gambe di uno scheletro umano. La seconda sepoltura, più monumentale, era realizzata con la stessa copertura «a cappuccina» inglobata in una struttura in cementizio. Il sarcofago invece era in piombo: si tratta di una tipologia rara nella necropoli termitana e in generale non molto diffusa in Sicilia. All’interno, lo scheletro si conservava ancora perfettamente nella posizione in cui fu sistemato al momento della sua deposizione.