A leggere i titoloni dei giornali sia cartacei che online l’ignaro lettore avrà pensato di trovarsi di fronte a chissà quale eccezionale rinvenimento in piazza S. Antonio. In verità si tratta di due tombe (tutto sommato abbastanza ordinarie) di una delle tre necropoli della città ampiamente conosciute fin dalla seconda metà dell’Ottocento.
In particolare le due sepolture rinvenute fanno parte della cosiddetta necropoli occidentale che si estende dall’attuale piazza Gancia fino al piano di Sant’Antonio e che raggiunge quasi la chiesa di S. Girolamo. Le tombe più vicine alla città arcaica sono di Età ellenistica mentre quelle più lontane sono di Età romana o di epoche successive. Delle altre due necropoli cittadine la prima occupa gran parte del pianoro di Giancaniglia oggi quasi interamente inglobata nell’attuale impianto cimiteriale, la seconda invece si estende tra il torrente Barratina e l’attuale chiesa della Madonna della Catena.
Della necropoli occidentale ne parla ampiamente il prof. Oscar Belvedere nel suo libro, realizzato in collaborazione con altri ricercatori: “Termini Imerese, ricerche di topografia e di archeologia urbana” del 1993. Lo stesso sepolcreto è stato pure scavato nei primi decenni del Novecento come del resto si vede nella foto di Michele Salvo del 1914. E tanto che effettuate le riparazioni della condotta elettrica dell’Enel lo scavo è stato richiuso.
Vero è che in archeologia qualsiasi elemento, anche di scarso interesse, riveste una sua importanza anche per il solo fatto che conferma quanto già ampiamente conosciuto, ma da questo a far credere che ci trovavamo di fronte ad un eccezionale e originale rinvenimento ne corre … e molto.