La giunta ha già interessato l’ufficio tecnico di quantificare i danni che le frane susseguitesi nel tempo hanno causato per via di un’eccezionale massa d’acqua piovana riversatasi sul territorio. Oggi la preoccupazione si sposta anche sulla Collesano-Campofelice di Roccella dove vistosi sono ormai i sollevamenti d’asfalto. Nel punto a ridosso del rettilineo “Qualera”, come usualmente viene definito, già oggetto di diversi interventi in passato, la “bolla” creatasi, e solo temporaneamente coperta, ha di fatto chiuso la carreggiata restringendola ad un’unica corsia. In zona la frana pesa sulla tubazione idrica e il pericolo di interruzione dell’erogazione non sarebbe peregrino. E di gas, invece, si parla sul fronte Collesano-Scillato avendo la frana interessato la tubazione di passaggio del metano.
Lo stato di calamità naturale, per volere dei diversi comuni, sarà richiesto anche dall’Ente Parco delle Madonie: si alza il tiro al livello comprensoriale. I danni, in effetti, subiti dal settore alberghiero in una delle annate più fortunate quanto a nevicate sono stati davvero ingenti. Per più giorni Piano Battaglia è rimasta isolata con le vie d’accesso bloccate dalle frane in zona Mongerrati e Petralia.
«Ognuno nel suo comune – precisa Rosario Genchi, consigliere collesanese della rete “Giovani Amministratori Madoniti” – procederà a chiedere lo stato di calamità naturale. Lo hanno già fatto Gangi e Geraci e S. Mauro si appresta a farlo. Avevamo convocato una riunione, proprio a Collesano, di tutto il comprensorio per decidere come procedere ma, ironia della sorte, il maltempo e le strade dissestate hanno impedito l’incontro. Procediamo – continua Genchi – intanto per singole realtà comunali, confidando nel Parco per il livello congiunto e superiore». La regione dovrebbe mettere sul piatto, per tutte le strade provinciali siciliane, 49 milioni di euro. «Ciò che temiamo – chiosa Genchi – è, però, che sulle Madonie arrivino le briciole rispetto ad altri territori ampiamente devastati. Penso all’agrigentino, alla zona di Vicari, Bisacquino o Lercara».