La Polizia di Stato ha rinvenuto una piantagione di marijuana (77 piante), occultata sotto il livello del terreno tra i cunicoli delle fognature. Una coppia di coniugi è stata denunciata.
Una florida coltivazione di marijuana, ancora una volta indoor, è stata scoperta in un locale murato ed accessibile soltanto attraverso alcuni stretti cunicoli, in corrispondenza dei padiglioni di via Fausto Coppi.
Per gli agenti il punto di partenza della “caccia alla marijuana” è stata una baracca di via Fausto Coppi. Come in un gioco di scatole cinesi, all’interno della fatiscente baracca ha insospettito gli agenti la presenza di una porta che ha dato accesso ad uno sgabuzzino che ospitava dei contatori, per altro frutto di allacci abusivi. In quest’ultimo locale è stata rilevata la presenza di un muro di presumibile recente edificazione con blocchi di tufo. Al di là del muro e, preesistente alla sua edificazione, era evidente la presenza di un ambiente, così come indicato dalle numerose unità cinofile fatte pervenire allo Zen.
Per raggiungerlo è stato necessario far percorrere ai poliziotti gli stretti cunicoli di grate che, finalmente, hanno spalancato agli agenti le porte della segreta e rigogliosa coltivazione.
A corredo delle piante, alcune anche di alto fusto, il solito poderoso meccanismo che sostiene l’illecita operazione: un sistema termo idroelettrico tale da creare l’ideale microclima, un importante apparato di illuminazione ed un voluminoso condizionatore.
E’ bastato abbattere parte del muro di tufo, perché i poliziotti presenti all’interno della baracca si ricongiungessero con quelli giunti nella serra indoor attraverso i cunicoli.
Gli agenti hanno facilmente contattato la coppia di coniugi proprietari del magazzino.
Entrambi sono stati denunciati per il reato di produzione di stupefacente.
I contatori individuati nel corso della operazione dai poliziotti sono risultati assicurare illecita fornitura di energia elettrica a quattro nuclei familiari residenti nella stessa via ed al magazzino interessato dalla marijuana.
Tutto il materiale connesso alla produzione dello stupefacente, comprese le piante di marijuana, è stato posto sotto sequestro e le indagini sono tuttora in corso per chiarire se i coniugi, denunciati per coltivazione di marijuana, fossero il primo anello di una organizzazione più ampia dedita alla produzione e poi allo smercio degli stupefacenti.