La Città a rete Madonie-Imera si riunisce a Campofelice di Roccella

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Si è riunita presso l’aula del consiliare di Campofelice di Roccella l’Assemblea dei presidenti dei consigli comunali e dei capogruppo consiliari appartenenti alla Città a rete Madonie-Imera. L’appuntamento è stato calendarizzato per discutere dell’approvazione del bilancio sociale del consorzio di comuni e delle linee guida per le attività 2014-2020.

L’incontro si è aperto con la lettura di un documento dei consigieri di maggioranza del paese ospitante sulla questione idrica, i problemi della cittadina di Campofelice di Roccella e il dissenso verso la politica regionale, diffuso pochi giorni fa ed oggi messo in comune con i colleghi dei paesi limitrofi. Presenti i rappresentanti di quattordici dei ventotto comuni che compongono la città a rete.
Dopo un breve scambio di battute tra il consigliere di minoranza di Campofelice di Roccella Ingrao e il presidente del consiglio Emanuele Sceusi sulla gestione del servizio idrico e su una proposta della minoranza sul tema, l’incontro è iniziato con un condivisione di alcune esperienze proprio sulla gestione del servizio idrico e con la convergenza sull’opportunità di portare avanti azioni comuni per l’acqua pubblica. Una situazione che vede il fronte dei comuni in questo momento spaccato tra chi ha ceduto le proprie reti idriche e chi non l’ha fatto, tra chi è stato capace di riprendere a se la gestione e chi non ha la possibilità e la capacità di gestione e del personale per toranre indietro.
Poi l’incontro è entrato nel vivo con gli interventi del presidente di Sosvima Alessandro Ficile e quello del presidente di Imera Sviluppo Angelo Cascino sui due punti all’ordine del giorno della convocazione. Ficile ha spiegato che quella della città a rete rappresenta a livello nazionale l’unica realtà con un bilancio sociale aggregato con 28 comuni partecipanti, bilancio sociale che verrà discusso e approvato in una seduta comune di tutti i consigli comunali appartenenti al consorzio.
Il testo del bilancio verrà inviato ai comuni nei prossimi giorni. Parallelamente al bilancio sociale aggregato i singoli comuni approveranno il loro bilancio sociale stilato con il supporto dei tecnici delle agenzie di sviluppo territoriale che hanno istruito alcuni tecnici comunali perché a partire dal prossimo anno possano continuare questa attività. Quella del bilancio sociale rappresenta una maniera diversa dal bilancio economico finanziario, delle attività che una amministrazione porta avanti. Il presidente uscente di Sosvima ha illustrato l’idea di approvare in maniera congiunta non solo il bilancio aggregato ma anche quello dei singoli comuni e di avviare, entro il 23 aprile, la discussione sulle linee guida che accompagneranno le linee programmatiche dei prossimi anni prima che gli 8 comuni interessati vadano ad elezioni.
Dopo un breve dibattito si è arrivati invece alla decisione di approvare in sede comune il 23 aprile il bilancio aggregato dando ai comuni, entro quella data, la possibilità di discutere ed approvare i propri bilanci sociali.
Più complessa invece la questione delle linee guida presentate da Angelo Cascino. Linee guida che hanno origine dalla costatazione di alcuni problemi del territorio, primo fra tutti lo spopolamento di 23 centri su ventotto, il deficit della mobilità e il problema del rischio idrogeologico. Il piano di sviluppo per il 2020 parte infatti dal presupposto che occorre riequilibrare il rapporto qualitativo dei diritti di cittadinanza quali mobilità, sanità, istruzione, area digitale.
Ma come immaginare la città a rete? Con i progetti stilati le agenzia di sviluppo ambiscono alla creazione di circa 2000 posti lavoro, e la nascita di 800 imprese, e portare avanti la creazione di tre aree di scambio su Campofelice, Cefalù e Irosa nelle quali impiantare stazioni di interscambio tra le varie zone del territorio per migliorare la mobilità ed infine rendere efficiente il patrimonio dei singoli comuni per quanto riguarda i prodotti e l’artigianato.
Il punto più caldo di discussione i tempi di approvazione delle linee guida proposte e brevemente illustrate, che da parte delle agenzie di Sviluppo e da Alessandro Ficile in prima persona, e di alcuni presidenti del consiglio, dovrebbe avvenire nel più breve tempo possibile prima che il governo regionale vari definitivamente la riforma delle province che prevede l’inglobamento del territorio comprensoriale all’interno della grande area metropolitana di Palermo. La domanda che si è posta è stata: “Perché invece di subire questo processo non si lavora per creare una unione di comuni a 28?” I tempi sono strettissimi. Il voto in 8 comuni spingerebbe alcuni ad accelerare sull’approvazione delle linee guida per poi passare allo scioglimento delle unioni dei comuni esistenti e crearne una ex novo che renda i centri partecipanti più forti e coesi, razionalizzando risorse, progetti e personale. Alcuni dei presenti invece hanno cercato di frenare chiedendo maggior tempo per poter decidere con calma all’interno dei consessi consiliari comunali. Alla fine la decisione è stata quella di voler provare a perseguire velocemente l’obiettivo, scommettere su questa nuova struttura sovracomunale senza forzare le tappe, prima però che lo sforzo di tutti venga cancellato dalla nuova legge regionale di riassetto delle strutture territoriali che di fatto potrebbe trasformare il territorio comprensoriale in periferia della vasta area della città metropolitana di Palermo.

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