Dopo la Fiat, adesso toccherà anche alla centrale elettrica. L’Enel ha annunciato un piano di dismissione di 23 centrali elettriche, ormai sotto o poco utilizzate e quindi anti economiche, tra cui proprio la “Ettore Majorana” di Termini Imerese.
La crisi economica, con la contrazione dei consumi, accanto alla chiusura di molte industrie energivore, come già la vicina Fiat, hanno ridotto la richiesta di energia elettrica. A ciò deve aggiungersi l’aumento delle energie alternative e rinnovabili, la diffusione – anche tra privati cittadini – dei pannelli fotovoltaici, con una produzione di luce “fai-da-te”, che hanno ridotto la richiesta di energia alla centrale termitana. Così l’Enel ha deciso di chiudere. Ed adesso? Un’altra “cattedrale nel deserto”, proprio come la “chimica del Mediterraneo” prima e la Fiat dopo? Un altro ammasso di ruggine sulla piana di Buonfornello? Sembrerebbe proprio di no, perché la società elettrica ha promesso di cedere gli impianti dismessi a chi ha idee e progetti per il loro rilancio come centro commerciale integrato, fabbrica hi tech o start up innovativa. Ma l’Enel ne rimarrà comunque fuori ed il suo compito sarà solo di “incubatrice” di idee, mentre il personale in servizio sarà riassorbito in altre funzioni o pre pensionato. In ogni caso dovremmo presto dire addio alla centrale aperta nei primi anni ’60 con il nome di “Tifeo”, come il mitico gigante sputa fuoco, e fine di un altro tassello della speranza di industrializzazione di Termini Imerese.
Ciro Cardinale