La villa di Totò Riina nel rione Uditore, in via Bernini 54, a Palermo, dove il boss venne catturato, è diventata oggi, dopo 22 anni dall’arresto del capo dei capi, caserma dei carabinieri.
Presente il Ministro degli interni Angelino Alfano, il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, il direttore dell’agenzia dei beni confiscati Umberto Postiglione, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e comandanti regionali e provinciali dell’arma Giuseppe Governale e Giuseppe De Riggi. Presente anche il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato. E tanti studenti di scuole elementari e medie.
La caserma, a pochi metri dalla sede dell’Ordine regionale dei giornalisti, anche questo ospitato in un bene confiscato alla mafia, sarà intitolata al maresciallo Mario Trapassi e all’appuntato Salvatore Bartolotta, medaglie d’oro al valore civile, barbaramente trucidati nell’attentato in cui perse la vita il giudice Rocco Chinnici nella strage del 29 luglio 1983.
“Lo Stato ha vinto e la mafia perde. Ne è prova il fatto che l’ultimo covo del boss Totò Riina ospita ora una caserma dei carabinieri”, ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.
“Esprimo gratitudine all’Arma dei carabinieri per l’impegno quotidiano profuso contro Cosa Nostra e per il colpo durissimo inferto il 15 gennaio 1993 con l’arresto da parte del boss Riina, evento che ha cambiato i connotati della nostra realtà”, ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.