Come si navigava nell’antichità? Che ruolo avevano il sole e la luna? In quale periodo dell’anno si prendeva il mare? A queste domande cercherà di rispondere la conversazioni “Mare Nostrum: l’arte della navigazione nel Mediterraneo antico” che si terrà Mercoledì 15 Luglio 2015 alle ore 21.30 al Molo Turistico presso il Yachting Club di Termini Imerese.
L’iniziativa che si tiene all’interno della manifestazione “Termini Romana” è organizzata da SiciliAntica e Termini d’Amuri. Dopo la presentazione di Alfonso Lo Cascio, della Presidenza regionale di SiciliAntica e di Mauro Marino, Presidente dell’Associazione Termini d’Amuri, l’argomento sarà affrontato Philippe Tisseyre, Archeologo, della Soprintendenza del Mare. La conferenza è uno dei cinquanta eventi proposti da SiciliAntica nel territorio nell’ambito dell’iniziativa “Un’Estate con SiciliAntica”. Per informazioni: Call center: Tel. 091.8112571 – 339.5921182, E-mail: [email protected], Facebook: Un’Estate Con SiciliAntica.
Più che una scienza, la navigazione antica era un’arte basata sulle capacità di interpretare i fenomeni naturali e si basava sulla conoscenza profonda del mezzo e degli elementi naturali. E’ un buon capitano colui che “conosce la descrizione delle coste, il moto degli astri e la scienza dei venti: in queste parole è riassunta tutta l’arte del navigare dell’antichità. Il capitano può contare solo su se stesso, per determinare la rotta. In mancanza di strumenti, deve ricorrere alla pratica della navigazione “stimata”, che consiste nella valutazione al meglio del percorso seguito e della distanza coperta. Di fondamenteale importanza diventa così la conoscenza degli astri. Di giorno la rotta si studiava in relazione al sole, di cui si conosceva la posizione all’alba, al tramonto e allo zenit. Di notte la si valutava in relazione alla posizione delle stelle e al movimento delle costellazioni. La vela, essendo il principale mezzo di propulsione delle navi antiche – anche di quelle a remi, poiché l’uso di questi era limitato a circostanze particolari – giustifica l’importanza data alla conoscenza dei venti. La direzione dei grandi venti stagionali, la regolarità dei venti solari delle brezze di terra e di mare, determinavano le stagioni per la navigazione, influenzavano le rotte e indicavano il momento della partenza, delle tappe e dell’ingresso in porto. Racconta Esiodo che il tempo più favorevole alla navigazione si aveva per un breve periodo in primavera, comunque irto di rischi, e nella bella stagione che durava circa da metà luglio a metà settembre. In ogni caso i pericoli erano sempre tanti, come testimoniano le peripezie di Ulisse nell’Odissea.